Roma, 5 ottobre - N.R. - Emilio Vesce, deputato radicale, imputato al processo "7 aprile" in merito alla sentenza di ieri sera della Corte di Cassazione, ha dichiarato:
"Praticamente la sentenza ha confermato l'appello lasciando inalterate le caratteristiche compromissorie del secondo grado. Personalmente mi aspettavo un annullamento "in radice" del processo. Se la chiarezza totale non c'è stata, se l'annullamento non è avvenuto è perché a distanza di tanti anni è difficile anche per la suprema corte far giustizia.
La mia assoluzione per insufficienza di prove- come quella degli altri assolti con la stessa formula- è soltanto il riflesso di una cattiva coscienza che tutto il sistema giudiziario ha avuto nei confronti di questo processo che ha dato l'avvio alla giustizia dell'emergenza.
Più in generale c'è da dire che una civiltà giuridica che contempla l'assoluzione con il dubbio è una civiltà giuridica minata dal sospetto. Ogni cittadino è in definitiva sotto sentenza dubitativa.
Non ci sono stati imputati assolti con formula piena, in nessun grado, tra coloro che erano stati imputati del solo reato associativo. E questo la dice lunga sulla natura del reato associativo e di questo processo.
A nessuno sfugge infatti che il cosiddetto "teorema Calogero" nasceva da un ipotesi politica trasferita pari pari in un'inchiesta giudiziaria. E come si sa le ipotesi politiche sono sempre mancanti di dati reali. Fu facile allora far passare in un'opinione pubblica ansiosa di conoscere la ragione di tante morti e di tante morti e di tanta violenza, la semplificazione di pochi uomini che manovravano tutto. Allora Negri, Vesce Scalzone, Ferrari Bravo, furono indicati come i capi delle BR. Le accuse erano allora generiche e tali sono rimaste fino a ieri: si evocava una situazione di violenza senza che questa avesse qualche relazione concreta con le persone imputate. E' avvenuto anche nella requisitoria del 3 ottobre del Dr Scopelliti. In sostanza questo processo dopo faticosissima ricerca degli inquirenti si è appropriato di due reati gravi: il sequestro e la morte dell'ing. Saronio e l'attentato-rapina di Argelato con la morte del brigadiere Lombardini.
I processi per questi reati che si erano celebrati e conclusi con persone condannate(Fioroni...) sono stati attribuiti a Negri e a qualche altro. Nel corso di questo lungo iter è caduto in appello quello Saronio, e per quello Argelato Negri è stato condannato per concorso morale. E questo mi pare dica tutto.
Insomma tutti coloro che speravano che l'emergenza cominciata con il "7Aprile" potesse chiudersi dopo 10 anni con la sentenza della Cassazione rimane deluso.