Roma, 7 ottobre - N.R. - Tra le innovazioni previste dal disegno di legge, in discussione al Parlamento, sui poteri straordinari da concedere all'alto commissario per il coordinamento della lotta alla delinquenza organizzata, spicca la interconnessione con i servizi segreti. Mentre si ritiene giusta e legittima la norma che impone a questi ultimi di comunicare all'alto commissario ogni notizia d'interesse che dovesse emergere nel corso di indagini, al punto che diventa riduttiva la facoltà di rinviarne l'invio "per il limite strettamente necessario", si è profondamente sconcertati allorché si parla della costituzione di un nucleo di 007, da prelevare dal SISMI e dal SISDE, da mettere alle dirette dipendenze dell'alto commissario, in quanto è intuibile che in un organismo così atipico continuerebbero a sussistere, fra gli agenti e gli originari servizi, corposi e condizionanti rapporti.

E' passato troppo poco tempo perché si possano affidare a cuor leggero, le sorti di un così duro scontro agli uomini di un organismo che ha visto il vertice coinvolto proprio in fatti di terrorismo e di camorra. Se si volesse realmente combattere il fenomeno esistono già dei precisi punti di riferimento che potrebbero essere battuti ed approfonditi: mi riferisco all'indagine sui traffici di armi contro droga e alle interconnessioni fra terrorismo e delinquenza organizzata.

Le violenti e sanguinose reazioni dei clans mafiosi e camorristici a tale genere di indagini, dimostrano che è questa la via da battere. Questo presuppone però un'oculata scelta degli uomini, sia in campo politico, sia in campo tecnico operativo.

Le riserve sull'utilità di questo coinvolgimento discendono anche dal fatto che la CIA non potrebbe dirci nulla di più e di meglio di quanto possano comunicarci la magistratura e le autorità americane di polizia, in forza di specifici accordi, e dal modo in cui i servizi segreti militari si procacciano le informazioni, al punto che si potrebbero avere non poche sorprese se si dovesse rendere obbligatorio, agli agenti e agli addetti militari, di rivelare le proprie fonti. Il problema mafioso e/o camorristico non è fino ad ora un problema seguito dagli altri servizi e senza questi collegamenti il SISMI, che non vive di luce propria, diventa un comune corpo di polizia, forse con maggiori disponibilità ed autonomia, ma certamente con minore professionalità. Se ne è avuta una riprova negli anni '70 allorché i servizi occidentali allentarono i loro contati a seguito di un non gradito atteggiamento assunto dal governo di Roma, sul problema mediorientale. Sarebbe quindi meno enfatico e certamente più legalitario, l

imitare l'intervento al SISDE e all'ufficio "I" della guardia di finanza, ignorato dalla legge. Due parole sull'autonomia finanziaria riconosciuta all'organismo. E' un ulteriore rivolo che viene ad ingrossare il fiume di danaro incontrollato; fondi riservati hanno la Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri; i ministeri degli Esteri, della Difesa, degli Interni, ecc...; il SISDE, il SISMI, gli Stati Maggiori di Forza armata, ecc...: insomma sembra che tutti abbiano la possibilità di usare liberamente il danaro dell'ignaro contribuente.