Roma, 11 ottobre - N.R. - Dell'Ucraina, la più grande delle repubbliche sovietiche, non si parla mai sulla stampa occidentale forse perché i fermenti non sono visibili come in Armenia e nei Paesi Baltici.
Dietro un apparente calma, dall'inizio dell'era Gorbaciov ormai, cova invece lo stesso malcontento delle altre repubbliche per i problemi etnici, culturali e religiosi.
All'inizio di quest'anno è nato un comitato di coordinamento dei movimenti patriottici delle nazioni dell'URSS, composto da ucraini, lituani, lettoni, estoni, armeni e georgiani.
Questo comitato, che si era riunito la prima volta nel gennaio scorso a Everan, capitale dell'Armenia, si è riunito per la seconda volta nel giugno scorso a LVOV in Ucraina. I partecipanti hanno fatto un appello alle autorità centrali di Mosca per la liberazione di tutti i prigionieri politici e per la loro riabilitazione.
Inoltre il comitato ha criticato l'incapacità delle autorità sovietiche di risolvere la questione delle nazionalità non russe e ha concordato il terzo incontro, entro ottobre, a Riga, capitale della Lettonia.
Per i problemi culturali il giornale dell'associazione scrittori ucraini ha pubblicato di recente una lettera di sedici esponenti del mondo culturale ucraino alle autorità di Mosca proponendo una campagna contro la distruzione del patrimonio culturale ucraino e chiedendo, come materia obbligatoria nelle scuole la storia dell'arte e della letteratura ucraina.
Alcune migliaia di persone, tra cui numerosissimi esponenti dell'intellighenzia ucraina, hanno inviato una lettera di protesta alla Conferenza nazionale del Partito a Mosca del ministero dell'energia nucleare che finora ha completamente ignorato gli effetti negativi sia economici che ecologici dello sviluppo dell'energia nucleare.
Numerose infine sono le richieste per la legalizzazione della chiesa cattolica ucraina di rito bizantino che, liquidata nel 1946, era stata incorporata nella chiesa ortodossa russa.
A cura di Paola Branchini.