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Agora' Agora - 16 novembre 1988
COMMISSARI CEE: DIFFIDA DEL PRIMO SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE, SERGIO STANZANI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DE MITA: NIENTE COLPI DI MANO, IN VIOLAZIONE DEI TRATTATI CEE, PER LE NOMINE DEI COMMISSARI.

Roma, 16 novembre - N.R. - Il Partito Radicale ha reso noto nel pomeriggio di ieri il testo di una formale diffida predisposta dal primo segretario del partito, Sergio Stanzani, a proposito della nomina dei commissari CEE.

L'atto di diffida è stato consegnato all'Ufficio Unico Notificazioni presso la Corte d'Appello di Roma.

Riportiamo di seguito il testo.

*******************

Il sottoscritto Sergio Augusto Stanzani Ghedini, nella qualità di Primo Segretario del Partito Radicale, domiciliato ai fini del presente atto in Roma, via di Torre Argentina 18, presso la sede del Partito radicale;

PREMESSO CHE il trattato che istituisce un Consiglio Unico ed una Commissione Unica delle Comunità Europee all'articolo 11 dispone che i membri della commissione siano nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri.

In base a tale norma il Governo Italiano deve provvedere alla nomina dei due commissari di sua spettanza, in vista del rinnovo di questo importante organo comunitario.

Sin dalla fine del luglio di quest'anno è stata avanzata ufficialmente e pubblicamente una candidatura a Commissario per l'Italia, quella di Marco Pannella, che ha dichiarato di accettare.

Da allora sia il gruppo parlamentare comunista alla camera dei Deputati sia parlamentari radicali hanno a più riprese chiesto al Governo, autorità competente per la designazione dei Commissari italiani, di dibattere in Parlamento, nell'ambito delle prerogative di indirizzo e di controllo dello stesso, dei criteri da adottare per la nomina dei Commissari.

Nonostante le reiterate richieste, sino ad oggi il Governo non ha ritenuto di riferire in Parlamento su questo argomento e, così facendo, ha disatteso la prassi ormai consolidata in base alla quale, in precedenti occasioni, il Governo aveva effettuato, attraverso il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri, consultazioni con le forze politiche per raccogliere le diverse opinioni circa le candidature alla carica di Commissario, e ciò pur in assenza di candidature pubblicamente avanzate e sostenute.

Anzi: come risulta sulla base di notizie giornalistiche ed è stato prospettato in ambienti politici, che lo stesso Governo verrebbe spogliato delle sue prerogative e delle sue funzioni come definite dalla Costituzione all'articolo 95 primo comma attraverso un atto di imperio del Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore On. Ciriaco De Mita che si appresterebbe a nominare i Commissari senza che le nomine stesse vengano discusse e deliberate dal Consiglio dei Ministri.

Ove tali voci risultassero esatte, ci si troverebbe di fronte ad un grave attentato alle regole costituzionali e democratiche in base alle quali se l'esecuzione della politica governativa è coordinata e promossa dal Presidente del Consiglio, la preventiva deliberazione della politica stessa compete all'intero Consiglio dei Ministri quale organo collegiale.

Ciò rivestirebbe una particolare gravità nel caso della nomina dei Commissari poiché il Trattato firmato a Bruxelles l'8 aprile 1965 indica in maniera inequivoca il Governo (e non il Presidente del Consiglio) come unica autorità competente ad effettuare la designazione.

Nella malaugurata ipotesi che il Presidente del Consiglio pro tempore intendesse procedere alla nomine senza il rispetto delle norme ed esercitando poteri che competono al Consiglio dei Ministri, egli commetterebbe un abuso non privo di sanzioni giurisdizionali e tale da consentire che contro di esso sia sollevato il conflitto di attribuzioni tra i poteri dello Stato.

Tutto ciò premesso, il sottoscritto nella qualità sopra riportata, DIFFIDA il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore On. Ciriaco De Mita a rispettare, in occasione della designazione dei membri italiani della Commissione delle Comunità Europee, le competenze ed i poteri rimessi al Governo dalla Costituzione italiana e dall'art. 11 del Trattato che istituisce la Commissione Unica delle Comunità Europee, iscrivendo all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, e rimettendo ad esso unico organo competente per la designazione, la nomina dei Commissari italiani. Con riserva, in caso di inottemperanza, di ricorso ad ogni via legale per la tutela dei diritti e degli interessi lesi.

 
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