DICHIARAZIONE DI M.T. DI LASCIA, SEGRETARIA FEDERALE PRRoma, 23 novembre - N.R. - Sulla morte di Maria Carla Cammarata interviene Maria Teresa Di Lascia, segretario federale del PR, con la seguente dichiarazione:
"C'è qualcosa nella storia di Maria Carla Cammarata e nelle reazioni che hanno accompagnato la sua morte che fa provare un'angoscia profonda e il presentimento orribile che - se fosse possibile- ingiustizia si aggiungerebbe ad ingiustizia in quella sequenza folle che accompagna il desiderio di vendetta e il senso di colpa collettivo.
Su Maria Carla Cammarata, sulla sua vita e sulla sua morte, convergono insieme i mali che opprimono la vita di tutti e di ciascuno: la solitudine, il disadattamento, la droga, le violenze di ogni genere, l'infelicità di vivere.
Lo stupro di un anno fa è solo l'ultimo atto, quasi il paradigma, di un esistenza che è stato il crocevia di ogni tragedia.
Ma il brivido di orrore non lo posso trattenere quando leggo e sento che, se Maria Carla Cammarata è morta di AIDS -come credo e come accade alla maggioranza dei tossicodipendenti sottoproletari ed emarginati dalla cultura del proibizionismo, le si augura, da morta, di essere l'untrice che ha contagiato i suoi stupratori.
C'è in questa cultura della nemesi, che non era di M. Carla Cammarata, in questa cultura del "tremate, tremate, le streghe son tornate" una violenza orribile altrettanto brutale e violenta e sanguinaria che quella dello stupro. Io credo, lo credo profondamente, che questa cultura sia l'ultimo oltraggio che viene fatto a Maria Carla Cammarata giacchè sarebbe stata troppo indifesa sia per subirla che per farla propria."