Roma, 6 dicembre 1988 - Paolo Pietrosanti e Ivan Novelli -Consiglieri federali del Partito radicale e animatori del Coordinamento Non Uccidere hanno oggi dichiarato:
"La tragica vicenda dei due giovani italiani condannati a morte in Marocco (accusati di traffico di hashish e di omicidio) potrà forse indurre a riflettere Craxi e i suoi aedi; e tutti i forcaioli, tutti coloro che affermano doversi inasprire le pene per i delitti di traffico di droga e per quelli ad esso connessi. Il Marocco, fulgido esempio di democrazia, di stato di diritto, applica in questo caso una legislazione identica a quella recentemente introdotta negli Stati Uniti di Ronald e Nancy Reagan: pena capitale per i delitti connessi alla droga.
E Craxi -che proprio al suo ritorno dagli States aveva lanciato la sua nuova politica forcaiola- non è da meno, se propone un inasprimento generale delle pene, fino all'ergastolo, per i delitti di droga.
E' la stessa cultura "giuridica" che ora condanna a morte i due italiani in Marocco; la stessa. Deve prendersene atto. Non è escluso che l'unico motivo per cui il Craxi non si sia spinto a proporre la pena di morte sia stato il fatto che in questo paese, vivaddio, la pena di morte fu abrogata cento anni fa esatti, con il Codice Zanardelli, e che soltanto il fascismo la ripristinò.
Caro Craxi, che facciamo? Accettiamo placidamente la condanna al patibolo dei due lombardi? Perché no? Si sono legittimati gli omicidi di stato.
Noi cercheremo di salvare la pelle dei due giovani. Come facciamo con tutti; come abbiamo fatto con i mostri nazisti; come facciamo con Paula Cooper."