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Agora' Agora - 7 dicembre 1988
POLONIA: COSA SUCCEDE IN POLONIA: "NR" PUBBLICA UN TENTATIVO DI ANALISI SULLA SITUAZIONE POLACCA ELABORATO DALLE FONTI PARIGINE DELL'OPPOSIZIONE.

Parigi, 7 dicembre - N.R. - Le fonti dell'opposizione polacca a Parigi hanno elaborato un'analisi su quanto sta avvenendo in Polonia. "N.R." ne fornisce una sintesi.

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Con la "tavola rotonda" ormai rinviata sine die, nell'attuale situazione d'empasse, si tenta all'interno dell'opposizione di prefigurare diverse possibilità, senza prendere in considerazione quella di eventi straordinari, ma guardando solamente l'atteggiamento del governo e le aspettative della società.

Il primo scenario potrebbe essere quello secondo cui il potere continua la sua politica senza il consenso della società che, stanca e sfiduciata in diversi suoi strati, oppone solo una resistenza passiva. Per molti anni a venire allora i risultati sarebbero stagnazione economica, crollo del potenziale creativo e culturale della società e regressione del suo livello di civiltà. Alla fine una serie di scosse. Questa sarebbe la prospettiva peggiore per la Polonia, ma anche la più inverosimile dato i centri indipendenti rappresentativi della società non rimarrebbero passivi, ma si organizzerebbero per opporre una resistenza attiva.

La seconda variante sembra la più probabile ed è quella secondo cui le proteste periodiche anche se falliscono, come gli ultimi scioperi, nel senso che non raggiungono l'obiettivo (legalizzazione dei sindacati indipendenti), spingono il potere a correggere la sua politica. La società ha superato la paura, si sa che il regime non può replicare alle proteste con il terrore e la repressione dura, perché è sotto l'occhio vigile delle banche occidentali che danno crediti. Perciò ci vuole pazienza e saper apprezzare piccoli successi anche se pagati con grosse sconfitte come appunto gli scioperi finiti nel nulla.

La terza variante che viene prefigurata è che il Partito Comunista accetti la sfida storica, cioè riconosca la realtà delle esigenze sociali e con la collaborazione delle forze indipendenti utilizzi il proprio "ruolo guida" (non riconosciuto dalla società) per realizzare sostanziali cambiamenti del sistema.

Questa variante non è molto verosimile e per più di un motivo. Il primo è che la situazione dei quadri nel Partito e all'interno di tutto l'apparato del potere è catastrofica. Al vertice non si riscontra nessuno sforzo per elaborare un programma, cecità e sterilità di idee producono nervosismo e pessimismo. Lo stato attuale di conflitto è simile a un iceberg. Si vede quello che c'è alla superficie: un miscuglio di militarismo e di pragmatismo; sotto la superficie: l'eterna sostanza del comunismo, cioè monopartitismo e monolitismo ideologico. Le forze intermedie tra potere e società (intellettuali, chiesa cattolica, ecc.) ritengono di poter essere in ogni momento spinte ai margini.

Mosca di fronte a questa situazione polacca resta molto tranquilla, perché nell'odierna situazione internazionale non si può permettere di applicare la "dottrina Breznev" della sovranità limitata. E' chiaro che la posizione del Partito sia in Polonia, come anche in Ungheria, non la ritiene una minaccia e accetta un riformismo ortodosso.

 
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