LETTERA AI CRONISTI ROMANI DEL DIRETTORE DEL GIORNALE NOTIZIE RADICALI.Roma, 17 dicembre - N.R. - Paolo Pietrosanti, direttore del giornale Notizie Radicali ha inviato ai cronisti romani la seguente lettera:
"Mi permetto, presuntuosamente, di inviarvi qualche riga su una questione drammatica, in cui i lati drammatici si vanno aggravando col passar delle ore.
Le cronache romane dei giornali sono ben piene di Natale e Capodanno. Normale. La gente, sembra di capire, non ha voglia di pensar troppo in questi giorni, e allora si parla di doni; e anche il maltempo e il gelo lo si pone talvolta in relazione ai doni.
Ma vi è una situazione che è grave. 377 profughi dell'est entro il 20 di dicembre dovranno lasciare gli alberghi romani in cui pur precariamente sono ospitati, per raggiungere il campo di Capua. Per lo più sono polacchi.
Sono giorni e giorni che queste persone cercano di scongiurare il trasferimento così a ridosso di Natale; giorni e giorni che chiedono in incontri -al Viminale e al Quirinale- e in civilissime "manifestazioni" che il loro trasferimento venga rinviato di qualche mese, per consentire ai bambini e ai ragazzi di terminare l'anno scolastico che in scuole romane l'hanno iniziato tre mesi fa.
I lettori dei giornali romani non lo sanno, salvo eccezioni. Non sanno quasi nulla. E sono lettori che come me conoscono bene il livello e la qualità dell'impegno civile che le vostre redazioni sanno esprimere ed esprimono. In questo caso il Natale "classico" ha coperto, ha nascosto questo Natale "alternativo".
I termini della questione sono chiari. Il Ministero dell'Interno ha disposto il trasferimento progressivo a Capua dei profughi ospitati nelle strutture alberghiere di Roma. Questo cospicuo gruppo di 377 comprende persone che tra non molto potranno partire alla volta della loro destinazione definitiva, e a loro è quindi davvero assurdo far patire un nuovo traumatico sradicamento; e comprende molti giovanissimi che frequentano le scuole.
Ma il Ministero ha da risparmiare qualche lira -delle non molte, in verità, che i profughi costano-: quindi, tutti a Capua.
Sembra normale, ma così non è. Non è normale non usare qualche cautela nei confronti di persone in stato e situazione assai delicate, cui la legge attribuisce la qualifica di persone, di esseri umani (cosa che la medesima legge scandalosamente non attribuisce a chi solo abbia la faccia nera).
Devono andare a Capua. Ci siamo andati ieri, con il deputato federalista europeo Emilio Vesce. La struttura è ben gestita, funzionante. Ma più di trecento persone trascorreranno un nuovo inverno in roulotte. Lì sono state ultimate da pochissimo due belle palazzine, che dovrebbero essere destinate ai trasferiti da Roma, e non a chi, invece, anche da due anni vive in roulotte. E molte di queste roulotte, ci hanno detto le stesse autorità del campo, devono essere il prima possibile sostituite, possibilmente con container.
A Capua -ci è stato ancora detto, e abbiamo visto- la cucina, la mensa è ai limiti, e la buona volontà dei dirigenti del campo e dei responsabili del Ministero sembra che consentirà l'allestimento di una nuova struttura di refezione entro tre mesi. Entro alcuni mesi saranno pure completate altre due palazzine. Invece, i profughi devono trasferirsi ora, il 20 dicembre, con il freddo che c'è, interrompendo la scuola, e con il trauma che tutto ciò comporta. Non si può aspettare pochi mesi. E' INCOMPRENSIBILE, LETTERALMENTE INCOMPRENSIBILE.
Di questa situazione -torno a dire- la stampa romana si è occupata assai, assai sporadicamente; alcuni giornali hanno del tutto ignorato la vicenda, pur tempestati -al limite della petulanza- di visite e comunicati. Spero proprio che non sia dovuto alla presunzione -di certo erronea- che i Romani si sono stufati dei profughi, dei Polacchi. Come spero che non si sia ritenuto poco "interessante" il comportamento assolutamente civile e composto dei profughi in questi giorni di "mobilitazione".
Sapete che per questioni quali questa la pubblicità di certe decisioni è l'unica cosa che conta. Tutto qui.