Bruxelles, 21 dicembre - N.R. - I laburisti inglesi Ford e Tongue, i democristiani tedeschi Asburgo, Wedekind e Zahorka, i centristi spagnoli Cervera, Diez de Rivera e Coderch, il demoproletario italiano Tridente, il liberale francese Donnez e l'olandese Van der Waal: sono questi i primi firmatari di una lettera di risposta alla missiva fatta loro recapitare dal premier jugoslavo Branko Mikulic nella quale si comunicava il rifiuto di concedere il permesso di svolgimento del Congresso del Partito Radicale a Zagabria. Gli europarlamentari, che circa un mese fa si erano rivolti a Mikulic in qualità di invitati al Congresso manifestando la loro piena volontà di parteciparvi, scrivono ora "con rispetto, fiducia e amicizia" al primo ministro di Belgrado, ribadendo tuttavia punto dopo punto la propria posizione e le proprie ragioni, tornando infine a sollecitare un atto di tolleranza - così come richiesto anche da Eugene Ionesco e duecento altre personalità europee- e la regolare possibilità di celebrazione del Con
gresso del PR a Zagabria.
La lettera è stata oggi trasmessa all'ambasciata jugoslavia presso la CEE (Bruxelles) e di Roma.
QUESTO IL TESTO DELLA LETTERA.
Egregio presidente,
abbiamo ricevuto la Sua risposta in data 8 dicembre, e le siamo riconoscenti.
Tuttavia il suo contenuto ci dispiace e ci preoccupa. In effetti il 15 Novembre, il portavoce del Ministero degli Esteri dichiarava che non c'era alcun ostacolo "legale" ma casomai solo di ordine pratico alla tenuta del Congresso del Partito Radicale.
E' per questo che, con un buon numero di colleghi europei- tutti o quasi ben lontani dall'essere iscritti al Partito Radicale- ma nondimeno interessati e fiduciosi nel carattere europeo e transnazionale del Congresso, nella sua volontà di manifestare anche amicizia, fiducia e interesse per il vostro popolo ed il vostro paese, che Le abbiamo inviato un appello affinché il Congresso possa essere autorizzato e perché ci sia possibile partecipare ai suoi lavori.
La risposta che Lei ci fornisce, Egregio Presidente, è assolutamente negativa e aggrava gli ostacoli che noi desideravamo veder superati Infatti Lei afferma che si tratta di una scelta politica ed in difesa "dell'ordine pubblico", sia di un'impossibilità legale estesa all'attività di un partito "transnazionale" e nonviolento.
Abbiamo anche appreso con stupore, che a seguito di un appello di duecento intellettuali europei, fra cui Eugene Ionesco, nel quale sostanzialmente si affermava ciò che noi avevamo nella nostra lettera richiesto, un alto dirigente della Lega dei comunisti ha accusato il congresso di essere l'espressione di una volontà di destabilizzazione anticomunista della Jugoslavia.
Tutto ciò è molto grave, Egregio Presidente e siamo certi che ciò è dovuto a mancanza di conoscenza non solo sul Partito Radicale, cosa che non ci tocca direttamente, ma delle nostre funzioni democratiche e di rappresentanza e della dignità del nostro essere parlamentari.
E' per questo egregio presidente che con fiducia, rispetto e volontà di amicizia, ci permettiamo di insistere affinché questo Congresso non sia vietato e che non si respingano le offerte al dialogo proveniente da un così grande numero di eletti, di personalità e di semplici cittadini.
Cogliamo l'occasione per porgerle i nostri più cordiali saluti.