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Agora' Agora - 11 gennaio 1989
OBIEZIONE DI COSCIENZA: DE MITA E ZANONE NON RISPETTANO LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO. MOZIONE ALLA REGIONE LAZIO PER LA RIFORMA DELLA NORMATIVA ATTUALE ED IL PIENO RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO SOGGETTIVO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA.

Roma,11 gennaio-N.R.- Una mozione è stata presentata al Consiglio regionale dal consigliere "verde" Primo Mastrantoni, per la riforma della legge 772/72 sull'obiezione di coscienza al servizio militare e per il pieno riconoscimento di questo diritto soggettivo. La legge 772 del 15 dicembre del 1972, la quale attualmente disciplina l'obiezione di coscienza e il servizio civile nel nostro Paese, pur introducendo un'importante istituto nella legislazione italiana, risulta inadeguata e non corrispondente agli autorevoli pronunciamenti che il Parlamento Europeo, la Commissione dei Diritti Umani dell'ONU e la nostra Corte Costituzionale hanno fatto sull'argomento. Infatti in particolare la risoluzione del Parlamento Europeo del 7 febbraio 1983 invita i Governi ed i Parlamenti degli stati membri della Comunità Europea ad introdurre norme che prevedono: A) - "Il diritto di rifiutarsi di compiere il servizio militare armato";

B) L'eliminazione di qualsiasi commissione giudicante le domande di obiezione; C) La pari durata del servizio civile rispetto al parallelo servizio armato; D) "Procedure tali da non comportare attese e complicazioni amministrative supplementari" per l'ammissione al servizio civile.

Presso i due rami del Parlamento sono depositate ben 7 proposte di legge di riforma della normativa attuale, ma la netta opposizione del Ministro della Difesa e del Governo hanno creato una situazione di stallo presso la Commissione Difesa della Camera. "Con questa mozione - ha dichiarato Mastrantoni- che ci auguriamo il Consiglio regionale approvi al più presto, intendiamo sollecitare il Parlamento ad arrivare in tempi brevi alla stesura di un testo unificato ed alla sua approvazione seguendo i principi ispiratori enunciati dal Parlamento Europeo e dall'ONU. Il dibattito apertosi attualmente sulla leva, ed i numerosi suicidi di militari di leva rendono non più procrastinabile questa urgente ed importante riforma".

 
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