DI GABRIELE PACIRoma, 16 gennaio - N.R. - Quello che sta succedendo in Cecoslovacchia in queste ore è la dimostrazione di quanto da questa estate andiamo dicendo sulla situazione dei paesi dell'Est europeo.
Grandi titoli, grande lacerazione di vesti sulla violazione dei diritti umani...
La strada che abbiamo indicato tentando di dare corpo con le nostre azioni alla costruzione di una dimensione politica transnazionale (di cui il PR si fa promotore, ma di cui non può essere unico protagonista) è quella dell'intervento e della presenza diretta nei paesi dell'Est. Il governo cecoslovacco ha avuto la "bontà" questa estate di indicare nella manifestazione radicale di piazza San Venceslao il motore della successiva manifestazione dei diecimila. Non siamo così presuntuosi da pensare che sia stata solo la nostra iniziativa ma certamente qualcosa ha significato in termini di coraggio e fiducia acquisite dall'opposizione interna.
Se altri, molti altri, con ben altre forze che le nostre, avessero voglia di seguire questa strada nonviolenta, molto potrebbe accadere e succedere nei paesi dell'Est e non solo nei paesi dell'Est.
Alzare alti lamenti e compiacersi di essere buoni e democratici serve solo a darsi buona coscienza a buon mercato.