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Agora' Agora - 17 gennaio 1989
ATRAZINA: MOZIONE RADICALE SULLA POTABILITA' DELLE ACQUE.

Roma,17 gennaio -N.R. - I parlamentari del gruppo Federalista Europeo, Adelaide Aglietta, Adele Faccio, Peppino Calderisi, Emilio Vesce, Luigi D'Amato, Sergio Stanzani, Mauro Mellini, Massimo Teodori, Domenico Modugno, Bruno Zevi, Marco Pannella, hanno presentato ieri alla Camera una mozione con cui si chiede tra l'altro la revoca immediata della produzione, commercio e uso dell'atrazina, bentazone, molinate e simazina nelle acque destinate al consumo umano.

Riportiamo di seguito il testo.

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La Camera, premesso che

il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 236, ha dato attuazione alla direttiva CEE n. 80/778, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'articolo 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183;

Il ministro della Sanità, con propria ordinanza pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 3 gennaio 1989, ha prorogato l'ordinanza n. 101 del 31 marzo 1988 che permette l'innalzamento dei limiti delle sostanze atrazina, bentazone, molinate e simazina nelle acque destinate al consumo umano; tali sostanze sono ritenute mutagene e cancerogene;

la facoltà della quale si è avvalso il ministro della Sanità, ha carattere emergenziale e contingibile; invece l'inquinamento prodotto dalle sostanze sopramenzionate ha carattere sistematico e duraturo;

impegna il Governo

a revocare immediatamente la produzione, il commercio e l'uso delle sostanze sopradescritte; a revocare l'ordinanza del ministro della Sanità; ad avviare un programma di risanamento delle aree interessate dall'inquinamento; a predisporre, potenziando e garantendo un effettivo funzionamento dei servizi appositi delle USL, un controllo delle acque destinate al consumo umano in ottemperanza ai criteri del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 236, ed a riferire entro tre mesi al Parlamento sulla qualità delle acque destinate al consumo umano;

a rendere esecutivi immediatamente i programmi contenuti nel Piano agricolo nazionale che consentono una diminuzione dell'uso di fitofarmaci in agricoltura al fine di limitare l'abuso ed a riferire alla Camera sui risultati raggiunti.

 
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