di Mimmo Ciardulli *E' stato presentato alla Commissione Difesa della Camera il nuovo testo degli articoli 1 e 2 della legge sull'obiezione di coscienza.
La riforma dell'obiezione di coscienza al servizio militare sembra quindi essere giunta ad una svolta decisiva.
Da però da pensare il modo come si è arrivati all'elaborazione di questo testo di legge, frutto di un compromesso tra le forze di maggioranza e le opposizioni di sinistra.
Nessuna concessione a chi chiede che l'obiezione sia un diritto soggettivo del cittadino e non una richiesta soggetta alla valutazione e decisione di una commissione giudicante.
Nessuna concessione a chi chiede che il servizio civile sia alternativo e non sostitutivo del servizio militare, svincolato totalmente da ogni gestione militare.
Non si può decidere su un diritto che fa parte della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo, tenendo conto delle indicazioni e delle richieste del ministero della Difesa, cercando di soddisfare richieste di parte che non hanno nessun fondamento logico.
Se il cittadino ha diritto, questo diritto non può essere mutilato per una logica politica di compromesso.
Non è con questi criteri che si può fare e approvare una legge dello Stato.
Bisogna porsi questo problema con rigorosa moralità, mettendo da parte ogni opportunismo burocratico politico.
E' questo il compito di uno Stato democratico che deve aprire gli occhi e guardare con responsabilità a quel mondo poco conosciuto di chi obietta alle spese militari, al servizio militare e a questo servizio civile: gli obiettori precettati, i testimoni di Geova, gli affermatori di coscienza, gli anarchici, coloro che a centinaia si trovano oggi nelle carceri militari per non aver venduto la loro identità di pensiero e per aver servito la loro patria che si chiama libertà.
* obiettore di coscienza