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Agora' Agora - 9 febbraio 1989
ATRAZINA: INTERVISTA A RADIO RADICALE DEL DOTTOR PAOLO CROSIGNANI, DELLA DIVISIONE DI EPIDEMIOLOGIA DELL'ISTITUTO NAZIONALE PER LO STUDIO E LA CURA DEI TUMORI DI MILANO, SU QUANTO RESO NOTO DAL MINISTERO DELLA SANITA' SULLA NON-NOCIVITA' DELL'ACQUA ALL'ATRAZINA.

Roma, 9 febbraio - N.R - "Io non condividerei quanto affermato dal Ministero della Sanita' sulla non-nocività dell'acqua all'atrazina, sia per gli studi da me effettuati, sia per i numerosi indizi che ci sono su questa sostanza. A mio parere anche quanto detto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità va nel senso della mia affermazione: il rapporto a cui si riferisce il Ministero della Sanità (redatto non dall'apposito comitato dell'OMS, che si riunisce periodicamente per analizzare l'inquinamento da erbicidi, ma da esperti convocati dal Governo italiano a Roma l'11 e il 13 gennaio) dice, infatti, che la limitata informazione disponibile suggerisce che l'atrazina potrebbe essere un debole cancerogeno nei ratti. E viene raccomandato il valore-guida di 2 microgrammi per litro d'acqua, precisando però che, fino a quando non ci saranno informazioni tossicologiche più ampie, questo valore deve essere preso con cautela. Nel rapporto, inoltre, si fa specifico riferimento ai pericoli derivanti dal miscuglio di at

razina con altre sostanze inquinanti. La pericolosità del liquido che esce dai rubinetti è dunque alta e il Governo avrebbe fatto meglio a convocare un meeting di esperti, in grado di valutare, anche, i risultati da noi ottenuti su uno studio effettuato su agricoltori, nonché i dati emersi dalle ricerche svolte nel 1986 dalla dottoressa Hoer. Da questi studi risulta, infatti, che le triazine (di cui le atrazine sono un derivato) sono un possibile cancerogeno per la specie umana. Trattandosi, dunque, di giudicare, non la colpevolezza di una persona (per la quale esiste sempre la presunzione di innocenza), ma una molecola (alla quale va invece applicata la presunzione di colpevolezza) visti gli indizi e i dati ottenuti dalle varie ricerche effettuate sul fenomeno, la sortita del Ministero della Sanità si rivela come minimo male informata e non all'insegna di massima tutela della salute pubblica".

 
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