di GIANFRANCO SPADACCIA, PRESIDENTE
GRUPPO FEDERALISTA EUROPEO DEL SENATO
La notizia mi addolora moltissimo. Carlo Sabatini era una gran brava persona. Era certamente un esaltato, ma per amore della propria terra, dell'aria, dell'acqua, che, da agricoltore, aveva visto degradare e avvelenare dall'inquinamento dei concimi, dei pesticidi, dei rifiuti industriali, delle innumerevoli aziende e delle enormi porcilaie concentrate nella provincia di Reggio Emilia. Oggi perfino il Governo si accorge, proclamando per quelle zone, la grave crisi ambientale, delle cose che da quindici anni, questo contadino da solo aveva denunciato, chiamando in causa industriali, allevatori, inquinatori, autorità comunali, che non facevano rispettare le leggi, magistrati che fingevano di non vedere i reati dei primi e le inadempienze degli altri. Pazzo d'amore per la propria terra, hanno tentato di bollarlo a vita, come pazzo criminale, arrestandolo e chiudendolo in un manicomio criminale. Era un tentativo di tappargli la bocca, ma ci voleva altro. Perfino contro di me, che fui uno dei pochi, con il mio par
tito, ad occuparmi di lui, della sua situazione, ebbe a ridire. Era un caratteraccio, ma non era un pazzo nè un criminale, e l'unica violenza che conosceva era quella della parola e della carta bollata. Ma poi, a vivere tutta una vita in mezzo alla puzza dei rifiuti delle porcilaie, o si diventa pazzi o si é soggetti a morire di cancro cinque volte di più di quanto accade in zone non inquinate.