Roma, 14 febbraio - N.R. - Si è svolto questa mattina, presso l'Auletta dei gruppi parlamentari, il convegno sul tema :"No alla legge governativa sulla droga: repressiva, illiberale, ingiusta" promosso dal gruppo federalista europeo della camera, dal gruppo federalista europeo ed ecologista del senato e dal coordinamento radicale antiproibizionista.
Esponenti di forze politiche, operatori sociali pubblici, membri di gruppi e comunità, magistrati e rappresentanti delle forze dell'ordine, psicologi, sociologi e criminologi, esperti in emarginazione, tossicodipendenze e droghe, hanno ritenuto necessario convenire in una iniziativa comune per sviluppare una CAMPAGNA DEL NO al disegno governativo di modifica della legge vigente, n.685 del 1975 (droghe).
A partire ciascuno dalle proprie posizioni e soluzioni in fatto di lotta alla droga, i partecipanti all'iniziativa ritengono il progetto governativo ingiusto, illiberale, impraticabile, pericoloso ed illusoriamente repressivo in special modo per quel che riguarda la punibilità dei consumatori. Su questa base comune intendono operare affinchè il parlamento respinga il disegno di legge.
Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, Giancarlo Arnao (studioso droghe , cosegretario del CORA), , Franca Bassi (deputato verde), Giorgio Bignami (ricercatore, Ist. Sup. San.), Don Luigi Ciotti (Gruppo Abele, Torino), Luigi Del Gatto (presidente CORA), Don Andrea Gallo (com. San Benedetto al Porto, Ge), Don Germano Greganti (Carcere e Comunità, Roma), Amato Lamberti (direttore osservatorio sulla camorra), Luigi Manconi (sociologo), Carlo Petrella (comunità Ban, Napoli), Edo Ronchi (deputato DP), Don Gino Riboldi (Comunità nuova, Mi), Vittoria Santoro (ass. vittime del proibizionismo), Marco Taradash (cosegretario CORA), Chicco Testa (segr. naz. Lega Ambiente), Luciano Violante (vicepresidente gruppo PCI camera).
Di seguito l'intervento introduttivo del deputato radicale Massimo Teodori:
"Il disegno di legge governativo che ha il punto centrale nella punizione dei consumatori diffonde l'illusione che con la proclamazione repressiva si possa affrontare il più drammatico problema del nostro tempo. L'iniziativa "No alla legge governativa: repressiva, illiberale, ingiusta" raccoglie quanti ritengono il progetto governativo fortemente negativo e reputano perciò necessario bloccarlo. Gli ispiratori della legge governativa intendevano però affermare una immagine forte e decisa che non propone soluzioni a beneficio dei tossicodipendenti e dei cittadini. Il concetto, illiceità più punibilità uguale lotta alla droga, tende esclusivamente a soddisfare se stesso indipendentemente dai risultati. Se la legge sarà approvata o creerà la criminalizzazione generalizzata con l'ostruzione di giustizia e carceri oppure rimarrà un altro strumento discreditato.
Quel che entra in gioco con questa legge è una questione di valori, cioè il modo stesso di concepire il ruolo dello Stato. Rispetto alla giustizia nei confronti dei più deboli, alla libertà degli individui, alla sfera di intervento dello Stato, le soluzioni avanzate sono di tipo reazionario.
L'opposizione a questa legge deve fare i conti con una opinione pubblica che è stata drogata ritenendo che la moltiplicazione e l'aggravamento delle pene sia la chiave magica per sconfiggere la droga mentre non è altro che una tragica illusione.
Il convegno propone:
1) una forma di azione unitaria per battere la legge;
2) una campagna di verità nella opinione pubblica che sveli le mistificazioni;
3) un fronte parlamentare che agisca sulle contraddizioni che pure vi sono nella maggioranza.
Al convegno è intervenuto il cosegretario del CORA, Marco Taradash. Notizie Radicali pubblica una sintesi del suo intervento:
"La discussione di oggi ha confermato che l'opinione pubblica - e i mass media - sono ostaggio di una minoranza urlante formata da ex tossicodipendenti e da genitori di attuali tossicodipendenti che impongono a tutti noi la prepotenza del loro dolore e del loro errore, e che anzi fondano paradossalmente la loro autorità sulla gravità di errori passati o presenti.
Di questa minoranza urlante fa parte il PSI, o una minoranza del PSI capace di mettere il bavaglio agli ideali umanitari e liberali che sono patrimonio del movimento socialista, ma - come è apparso chiaro negli interventi di questa mattina e in altre sedi - la proposta Craxi-Jervolino non è riuscita neppure a dare una veste giuridica dignitosa al tessuto retorico di cui è fatta.
Un problema sanitario e sociale, che può essere affrontato soltanto in termini di servizi, viene risolto definitivamente, dalla proposta Craxi-Jervolino , in termini di esclusione, attraverso il ricorso indiscriminato allo strumento del diritto penale, della repressione giudiziaria.
Un fatto sanitario e sociale viene così trasformato in problema di ordine pubblico, per giunta senza speranza di soluzione. Se la proposta diventasse davvero legge avremmo più violenza nelle città, più vittime di furti, rapine, omicidi; una maggiore prepotenza e influenza di mafia, camorra, 'ndrangheta e del complesso economico-politico-mafioso, e al tempo stesso sarà inflitto il definitivo colpo di grazia al sistema giudiziario e all'apparato repressivo delle forze dell'ordine".