INTERVENTO DI ANGELO DE FEO, CAPITANO DI FREGATA , GIA' CAPO DELLA II SEZIONE DEI SERVIZI SEGRETI MILITARI.Roma, 27 febbraio - N.R. - A seguito della tramissione di Rai 3, "Samarcanda" del 23/2/89 Notizie Radicali pubblica un intervento di Angelo De Feo, capitano di fregata , capo della II sezione dei servizi segreti militari.
Rai 3, nella rubrica d'attualità "Samarcanda" del 23 febbraio, ha dedicato, con toni trionfalistici, ampio spazio all'azione che avrebbe condotto alla scoperta di una rete spionistica del Kgb sovietico. L'azione è stata definita, da un ex dirigente del controspionaggio intervenuto nella trasmissione, la più brillante condotta dai nostri servizi segreti negli ultimi 40 anni.
Vediamo di comprendere, alla luce di quanto è stato detto dai giornali,cosa potrebbe essere accaduto: un cittadino italiano, dedito ad attività commerciali, viene contattato ed invitato a fornire, dietro lauto compenso, ogni tipo di notizie sulla nuova tecnologia. L'uomo non abbocca e si rivolge ai Carabinieri che, in accordo con il SISMI, fanno pervenire ai richiedenti, non è dato sapere se sostituendosi o utilizzando l'interessato, notizie di non grande importanza. I "sacri testi" parlano di situazione ottimale per condurre una azione tesa ad accertare la pericolosità e la vastità della rete spionistica, in quanto resterebbe al controspionaggio tutto il vantaggio della scelta del tempo per porre in essere l'azione di repressione. Orbene, allorchè i nostri 007 decidono di intervenire, nella rete non restano che due elementi di secondo piano, forse due semplici informatori.Degli agenti neppure l'ombra, tutti hanno avuto il tempo e la possibilità di sottrarsi alla cattura, riparando presso i paesi d'origine
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se questo dovesse essere il solo risultato pratico cui si è pervenuto a seguito dell'impegno di centinaia di agenti, come ci ha assicurato il personaggio appartenuto ai nostri servizi segreti intervenuto nel dibattito, allora si può capire come e perchè il nostro paese è divenuto negli anni '70, e forse lo è tuttora, il punto d'incontro dei più inquietanti intrighi internazionali e il terreno di scontro, anche fisico, di servizi segreti più organizzati ed efficienti dei nostri. Come in ogni storia di spionaggio che si rispetti, anche in questa ritroviamo una società import-export retta, come è ormai consuetudine nel nostro paese, da un ex carabiniere. La particolarità, in questo caso, è che l'interessato non opera in favore dei nostri servizi segreti ma in favore di quelli bulgari, paese nel quale si sarebbe rifugiato a seguito di un fatto di cuore. Per l'impreparazione e la "pochezza" della gente rimasta nella rete; per la modestia degli obiettivi che si intendevano perseguire, oggi che questo genere di not
izie e questo tipo di materiale, certamente non di vitale importanza, si possono acquisire con consegna a domicilio, sfruttando le vie del traffico internazionale delle armi e della droga o, quanto meno, la via della cooperazione economica-commerciale; per i risultati pratici cui si è pervenuti, si deve ipotizzare, più realisticamente, che si è approfittato di un avvenimento asfittico e limitato per pubblicizzare e montare una operazione d'immagine nel tentativo di ridare vitalità e credibilità ad un organismo duramente colpito dalle tante, gravi traversie degli ultimi anni.
Insomma una delle tante operazioni di facciata che, in passato, ci hanno visto muti e distratti spettatori.
I precedenti non mancano e, per fare riferimento ai più significativi, si ricorderà, ai non più giovanissimi, la concessione di due medaglie d'oro al valor militare ad un comandante di sommergibile per l'affondamento, che si sapeva non avvenuto, di due corazzate statunitensi, al solo scopo di dare "morale", durante la seconda guerra mondiale, alle nostre truppe, in un periodo di "vacche magre", e le promozioni ed i riconoscimenti, concessi a piene mani ai vertici dell'antibrigantaggio in Sicilia, per l'uccisione del fuorilegge Salvatore Giuliano, che tutti oggi sanno essere stato assassinato da un proprio parente.