Roma, 1 marzo - N.R. - Sulla censura della trasmissione Rai sul caso Siani una dichiarazione di Marco Taradash, presidente del consiglio federale del pr: "L'intervento del presidente della Corte d'Appello di Napoli, Persico,per le sue modalità, e le pressioni sotterranee che sarebbero state esercitate, secondo la stampa,da membri del CSM; la conseguente censura sulla trasmissione "Telefono giallo" sul caso Siani,imposta o subita da presidente e direttore generale della Rai, e dal direttore di Rai 3, svelano ancora una volta le vergogne e l'ipocrisia del network televisivo partitocratico, che è stato pronto a svendere servilmente le proprie prerogative, la libertà dei suoi operatori, il diritto di essere informati degli utenti, in cambio della copertura politica di ogni e qualsiasi potentato. Qui non c'entra nessuna preoccupazione su tv-spettacoli, processi in piazza etc. Le giuste preoccupazioni garantiste che ad esempio muovono gli avvocati che chiedono la sospensione di trasmissioni tipo "Un giorno in pret
ura" non hanno niente a che vedere con l'intervento autoritario, (e, se sono vere le notizie sul CSM, mafioso) di certi giudici e dei dirigenti Rai. Siamo di fronte invece a un caso classico di censura preventiva, su una particolare trasmissione, non della messa in questione di un modulo informativo.
Il presidente della Corte di Appello di Napoli non si è limitato, come fingono di credere i dirigenti Rai, a sollevare un caso di opportunità: ha chiesto un "intervento urgente di sospensione in via amministrativa della messa in onda del caso Siani": parole oscure che Agnes e Manca hanno però decifrato al volo, reagendo secondo il costume Rai: l'informazione è nulla, il regime è tutto. La BBC si è guadagnata ruolo istituzionale e audience anche sapendo reagire di volta in volta ai diktat di governo, servizi segreti, potentati vari. La Rai, una volta di più, conferma che il suo specifico di servizio pubblico sono i lustrini di ballerine scosciate, il canone di abbonamento, i Tg Nusco e i Tg Pirrotta.
Da mesi è in corso una giusta e forte polemica di repubblicani e di liberali nei confronti della violenza informativa dei telegiornali rai e della indegna spartizione di tutto il bottino che può essere spartito dentro la Rai e le sue consociate. Vorrei chiedere a Battistuzzi, a Morelli, a Dutto, a Bogi, agli stessi Altissimo e La Malfa: non ritenete indispensabile, e preliminare, rispetto a qualsiasi ipotesi di accordo politico, un lavoro comune di bonifica del cosiddetto servizio pubblico, per consentire, semmai ai cittadini italiani, di avere quelle informazioni veritiere la cui mancanza oggi rende più difficile ogni ipotesi di azione comune?".