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Agora' Agora - 6 marzo 1989
PENA DI MORTE PAULA COOPER.APPELLO DELLA DELEGAZIONE DI NON UCCIDERE AL CONGRESSO DI ALBANY CHE OGGI VOTERA' SULLA REINTRODUZIONE DELLA PENA DI MORTE NELLO STATO DI NEW YORK: L'IMPORTANZA CRUCIALE DEL VOTO. INOLTRE, UNA BREVE REPLICA A CARLO MAZZARELLA.

Roma, 6 Marzo - N.R. - Reduce dal viaggio negli Usa -nel corso del quale ha presenziato a Indianapolis al processo di secondo grado contro Paula Cooper, ha incontrato la giovane condannata a morte, ha consegnato alle Nazioni Unite uno dei due milioni di firme raccolte in Italia- la delegazione di NON UCCIDERE ha inviato oggi allo Speaker (Presidente) dell'assemblea di Albany (uno dei due rami del Parlamento dello stato di New York) il messaggio-appello che pubblichiamo più sotto.

La delegazione aveva raggiunto Albany, la capitale dello Stato di New York, lunedì scorso; lì era stata accolta in Aula, e salutata da un lungo applauso. Poco prima aveva avuto un incontro con tredici assemblymen - tra cui sei Presidenti di Commissione - tutti contrari alla pena capitale.

Oggi la Camera di Albany voterà ancora una volta per la reintroduzione della pena capitale nello Stato; il Senato già ha votato a favore. Non è la prima volta che il Parlamento dello Stato vota per la reintroduzione della lugubre sanzione; ma sempre il Governatore Mario Cuomo ha esercitato in materia il suo potere di veto, che può essere superato dal Congresso soltanto con una maggioranza superiore ai due terzi in entrambe le Camere. E' prevedibile che l'Assembly di Albany voti quest'oggi ancora una volta a favore della reintroduzione della pena capitale, che Cuomo ponga ulteriormente il suo veto, e che si torni a votare nelle Aule alla ricerca della maggioranza necessaria per superarlo. L'appello di non uccidere si rivolge a ciascun Parlamentare e al complesso dei Parlamentari dello Stato.

La situazione è assai delicata: pochi giorni fa è stato assassinato Everett Hatcher, un agente federale antidroga, nella zona di Staten Island (trattandosi di un delitto connesso alla droga la pena di morte è comunque applicabile in base ad una recente e assurda legge federale), e venerdì la stessa tragica fine è toccata a Robert Machate, un agente newyorkese. Per gli assassini - ancora latitanti - si invoca la pena capitale (il sindaco di New York Koch spera addirittura che l'uccisione di Machate sia connessa anch'essa alla droga, onde possa applicarsi la legge federale), e centinaia di poliziotti raggiungeranno oggi Albany per manifestare a favore della reintroduzione della pena di morte. Sarà quindi cruciale la decisione di oggi, come il probabile veto di Cuomo, e il voto successivo di Senato e Assemblea dello Stato.

Questo è il testo in italiano del messaggio inviato al Presidente dell'Assembly:

"Ci avete dato l'opportunità di incontrarVi e di parlarVi, appena una settimana fa. Oggi abbiamo ancora da dirVi qualcosa.

Avete costruito e costruite ogni giorno una grande democrazia; ma tutti noi, tutti coloro che nel mondo sentono il dovere di dare democrazia e vita a coloro che non hanno vita, libertà, democrazia, a coloro che vivono sotto regimi autoritari, sentono anche il dovere di rendere piena questa nostra democrazia, piena la nostra libertà, pieno il nostro rispetto per la vita.

Se le nostre democrazie occidentali vogliono 'esportare', dare e portare democrazia elle genti che non l'hanno, esse hanno il dovere di rendere credibile la loro volontà di diritto e il loro rispetto dei diritti con il difendere il primo di questi: il diritto alla vita.

Quando contro qualcuno, contro il peggiore degli assassini viene eseguita una condanna a morte, in quel momento lo stato, l'autorità legale e democratica perde la propria credibilità e voi, noi, non possiamo permetterlo.

Vi chiediamo di non reintrodurre la pena di morte nel vostro Stato. Portate la grande responsabilità di dare agli interi Stati Uniti, al mondo intero un esempio di democrazia, un esempio di civiltà. Vi chiediamo di dire no, di votare no. Vi chiediamo di rendere più forte questa democrazia, le nostre democrazie di fronte ad ogni abuso contro i diritti umani, alle privazioni della libertà, ai regimi che ritengono la democrazia e il diritto essere soltanto parole da cancellare e far tacere."

Nel corso del Tg2 delle 13,00 di ieri è stato mandato in onda un commento di Carlo Mazzarella a proposito della missione di NON UCCIDERE negli Usa. Il giornalista ha detto sì che "ha fatto bene la delegazione a consegnare le firme all'Onu, per sottolineare che la pena di morte è problema generale e non soltanto americano", ma ha pure polemicamente evocato i nomi di due giovanissimi cinesi condannati a morte, "per i quali nessuno si mobilita".

C'è da dire qualcosa.

1) NON UCCIDERE afferma che il problema della pena di morte è uno soltanto: non esiste il problema della pena di morte contro i minorenni.

2) E' bene ricordare che alcuni membri della delegazione di NON UCCIDERE hanno conosciuto negli anni scorsi tribunali e galere dell'Est europeo per aver manifestato a Mosca o a Varsavia: sarebbe opportuno evitare di lanciare segnali equivoci senza conoscere il valore e il significato delle cose, che tra l'altro sono di nuovo brevemente espressi nel messaggio riportato sopra.

3) Paula Cooper ha ora un volto, e non è più un numero. Ora la pena di morte è concetto che può essere compreso in tutta la sua tragicità, perché riferito a una persona,appunto, non a un numero.

4) Chiunque è capace di lanciar appelli, e di evocare nomi, quietando così la propria coscienza. C'è a chi non basta, c'è chi ritiene doveroso operare, operare nel concreto secondo quanto possibile, per ottenere risultati.

Finché non si capirà che la pena di morte è un problema in primo luogo politico, le fucilazioni e le sedie elettriche non cesseranno.

 
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