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Agora' Agora - 7 marzo 1989
OZONO. IL PARLAMENTO ITALIANO E' MOLTO PIU' AVANTI - GRAZIE ALL'INIZIATIVA RADICALE - MA LA STAMPA TACE...E IL GOVERNO CHIACCHIERA, MA NON RISPETTA GLI IMPEGNI TASSATIVI STABILITI DAL PARLAMENTO. UNA POLEMICA DICHIARAZIONE DI FRANCESCO RUTELLI.

Roma, 7 marzo - N.R.- Francesco Rutelli, vicesegretario del Partito Radicale ha dichiarato:

"E' incredibile la disinformazione con cui la stampa italiana affronta la questione-ozono. L'Italia, infatti, dovrebbe essere all'avanguardia in questo campo grazie alla campagna promossa dal partito radicale sin dal 1986 (marce e manifestazioni popolari in tutta l'Europa; raccolta di centomila firme consegnate al Presidente del Consiglio e alla Commissione CEE; mozioni e proposte di legge; convegni scientifici), che hanno portato alla ratifica del pessimo - perchè inadeguato - protocollo di Montreal, ma soprattutto all'approvazione all'unanimità di un ordine del giorno della Camera dei deputati (a prima firma Aglietta) che vincola il Governo ad una serie di misure rigorose in sede comunitaria o, in difetto d'intesa, direttamente da parte dell'Italia.

Ruffolo fa bene a lanciare nuove proposte, ma non capisco perchè non ha ancora dato attuazione agli obiettivi fissati quasi un anno fa dal Parlamento".

Rutelli ha annunciato l'invio della mozione parlamentare al Commissario Ripa di Meana "il quale - ha detto - annuncia come "grandi iniziative" della Comunità alcune misure del tutto insufficienti".

"E chiederemo a Ruffolo - ha concluso Rutelli - di riferire immediatamente alla Camera sui passi intrapresi dal Governo; 1)per assicurare il blocco della produzione di e del commercio di spray contenenti CFC entro il 1990; 2) per approntare lo smaltimento dei sistemi refrigeranti; 3) per finanziare ricerche per la realizzazione di sostituti dei CFC nei sistemi refrigeranti, nei solventi e nella schiume espanse e per favorire la riconversione industriale, visto che proprio questo è il problema emerso a Londra in tutta la sua gravità. L'Italia è in grado di dare l'esempio sul piano internazionale, ma deve farlo".

Di seguito il testo dell'ordine del giorno approvato dalla Camera dei Deputati il 30 giugno 1988 su iniziativa radicale:

La Camera

impegna il Governo:

1) ad agevolare il piu' rapido iter in Parlamento del disegno di legge di ratifica del protocollo di Montreal, a richiedere analogo impegno negli Stati contraenti ed a favorire la sottoscrizione di detto accordo e della precedente convenzione di Vienna da parte dei paesi non firmatari;

2) a promuovere la convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio della Comunità europea sul problema dell'ozono al fine di:

a) concordare nell'ambito della Comunità europea il blocco della produzione e del commercio delle bombolette spray di aerosol contenenti CFC entro il 1989;

b) promuovere una nuova conferenza internazionale per integrare e rafforzare gli accordi assunti a Montreal, coinvolgendo anche l'URSS e i paesi del terzo mondo, più specificatamente al fine di pervenire ad un accordo che preveda: la riduzione del 50% dell'uso e della produzione di CFC entro due anni dalla firma dell'accordo; l'eliminazione del rimanente 50% nei successivi due anni;

c) concordare fra gli Stati membri contro il 1988 un programma coordinato di ricerca scientifica finalizzato all'acquisizione dei dati più completi relativi al fenomeno ed alla realizzazione di prodotti sostituitivi dei CFC in tutti i settori produttivi e commerciali in cui essi sono impiegati;

3) e comunque, nel caso non si pervenga ad un'intesa in sede comunitaria;

a) ad adoperarsi al fine di pervenire al blocco della produzione e del commercio delle bombolette spray contenenti CFC entro il 1990;

b) ad approntare le strutture e le procedure adeguate al recupero ed allo smaltimento non inquinante dei sistemi refrigeranti in disuso;

c) a finanziare progetti di studio e di ricerca sia sull'evoluzione del fenomeno sia per la realizzazione di prodotti sostitutivi dei CFC utilizzati nei sistemi refrigeranti, nei solventi e nel settore delle schiume espanse, sia per favorire i processi di riconversione industriale.

 
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