Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 20 mar. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie Radicali
Agora' Agora - 10 marzo 1989
TIBET: OGGI A ROMA LA PRIMA MANIFESTAZIONE DAVANTI ALL'AMBASCIATA CINESE PER LA LIBERTA' ED IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E DELL'AMBIENTE NATURALE IN TIBET, NEL TRENTENNALE DELLA VIOLENTA REPRESSIONE DELLA PRIMA RIVOLTA TIBETANA.
PRESENTI I RADICALI CICCIOMESSERE, STANGO E VALCARENGHI.

Roma, 10 marzo - N.R. - Si è tenuta oggi la prima manifestazione in Italia davanti all'ambasciata della Repubblica Popolare Cinese per la libertà, il rispetto dei diritti umani, la cessazione delle distruzioni ambientali in Tibet. I dimostranti, (tra cui alcuni monaci buddisti), si sono recati davanti alla rappresentanza diplomatica cinese in via Bruxelles, 56 (presso Villa Ada) con bandiere tibetane, striscioni e cartelli in italiano e in cinese con slogan quali "Libertà per il Tibet", "Basta con la politica di colonizzazione", "Rispetto peri i diritti umani", "Fermate la deforestazione", "No alle scorie nucleari in Tibet", "Autogoverno per il popolo tibetano". Hanno quindi consegnato un appello rivolto alle autorità cinesi dagli organizzatori della iniziativa: Partito Radicale, Associazione Italia-Tibet, Associazione internazionale per i diritti dell'Uomo, Lega italiana per i diritti e la liberazione dei popoli, Associazione radicale per i diritti umani, Fuori, Associazione Miasto Rajneesh. I firmatari del

l'appello si richiamano, fra l'atro, al "piano di pace" recentemente presentato al Parlamento Europeo dal Dalai Lama.

La manifestazione cade nel trentesimo anniversario della sanguinosa repressione ( che causò migliaia di morti) della prima rivolta tibetana all'occupazione cinese. Il Dalai Lama, massima guida spirituale del suo popolo e capo del governo tibetano in esilio, vive dal 1959 a Dharamsala, in India.

Per il Partito Radicale erano presenti l'europarlamentare Roberto Cicciomessere e i segretari federali Antonio Stango e Andrea Varcarenghi (Majid).

Questo il testo della lettera:

"Eccellenza,

in uno spirito di amicizia e di dialogo, ci rivolgiamo a Lei per esprimere al Suo governo una grave preoccupazione.

Come certamente è di sua conoscenza, il popolo italiano ripone molto interesse nel rispetto dei diritti umani in ogni angolo della terra. Esso ritiene che solo la pacifica coesistenza tra i diversi popoli ed il rispetto delle libertà democratiche possano garantire la pace e la prosperità di tutte le nazioni.

Dalle notizie che ci sono giunte e che ci giungono dal Tibet, confermate dai rapporti di diverse organizzazioni internazionali e di testimoni, gravi violazioni dei diritti fondamentali del popolo tibetano risultano però essere state perpetrate dal Suo governo negli ultimi trent'anni e, a tutt'oggi, molti tibetani sono incarcerati e privati, con la forza, delle libertà che ogni uomo ha diritto di vedersi garantite.

Sua Santità il XIV Dalai Lama, che i tibetani considerano loro leader spirituale e politico, ha ripetutamente chiesto che vengano avviate serie e costruttive trattative tra il governo della Repubblica Popolare Cinese ed il Governo Tibetano in esilio, al fine di giungere ad una pacifica e soddisfacente risoluzione dei problemi del Tibet, nel rispetto dei reciproci interessi e sulla base della pari dignità dei due popoli.

Come base delle trattative, il Dalai Lama ha proposto il seguente piano di pace in cinque punti:

1) TRASFORMAZIONE DI TUTTO IL TIBET IN UNA ZONA DI PACE.

Ciò significherebbe ridare al Tibet il suo ruolo storico di pacifica nazione neutrale e di Stato cuscinetto per tenere separate le grandi potenze del continente.

2) ABBANDONO DA PARTE DEL SUO GOVERNO DELLA POLITICA DI TRASFERIMENTO DI POPOLAZIONE.

Il trasferimento di popolazioni cinesi in Tibet, nell'intento di ridurre i tibetani ad una minoranza insignificante nel loro stesso Paese, minaccia la sopravvivenza della nazione tibetana.

3) RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E DELLE LIBERTA' DEMOCRATICHE.

Migliaia di prigionieri politici e religiosi dovrebbero essere rilasciati, consentita la libertà di religione, promossa la cultura e l'educazione. I tibetani dovrebbero essere liberi di determinare il proprio destino, senza oppressioni e intimidazioni, in uno spirito di apertura e riconciliazione.

4) RIPRISTINO E PROTEZIONE DELL'AMBIENTE NATURALE DEL TIBET E CESSAZIONE DA PARTE DELLA CINA DELL'USO DEL TIBET PER LA PRODUZIONE DI ARMI NUCLEARI E COME DISCARICA DI SCORIE NUCLEARI.

5) APERTURA DI UNA EQUA TRATTATIVA SUL FUTURO ASSETTO DEL TIBET E SULLE RELAZIONI FRA IL POPOLO TIBETANO E QUELLO CINESE.

Noi sosteniamo le richieste del Dalai Lama, ed abbiamo fiducia che il Governo cinese, al quale Le chiediamo di trasmettere questo appello, saprà dare prova di comprensione ed accoglierle nelle loro linee essenziali.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail