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Agora' Agora - 13 marzo 1989
CASO TORTORA: CHE NE E' DEI PENTITI DEL "CASO TORTORA"?
INTERPELLANZA DI MELLINI.

Roma, 13 marzo - N.R. - Mauro Mellini è il primo firmatario di questa interpellanza al Ministro della Giustizia sullo stato dell'azione penale nei confronti dei "pentiti" calunniatori del "caso Tortora".

"I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro di Grazia e Giustizia per conoscere quali ragguagli sia in grado di fornire e quali valutazioni intenda esprimere in ordine agli sviluppi della azione penale nei confronti dei "pentiti" del caso Tortora, la cui falsità e calunniosità fu riconosciuta e conclamata nelle varie fasi del procedimento ed in particolare dalla sentenza d'appello, che dispose la trasmissione degli atti all'ufficio del Pubblico Ministero appunto perchè si procedesse per i reati riscontrabili nel comportamento di tali tristi figuri.

Chiedono di conoscere se a giudizio del Ministro, si siano verificati ritardi ed omissioni nell'esercizio di tale azione, anche in relazione ad evidenti corresponsabilità di terzi nei reati di calunnia e falsa testimonianza commessi dai suddetti pentiti.

Chiedono di conoscere quanti siano i procedimenti penali per calunnia, simulazione di reato, falsa testimonianza o altro intentati contro "pentiti", se vi siano casi di sentenze emesse per tali imputazioni, se siano stati intentati, mediante costituzione di parte civile o in altra sede, giudizi per il risarcimento del danno per i fatti stessi.

Chiedono altresì di conoscere se risulti al Ministro che taluni imputati di gravi reati, ad esempio di traffico di droga per rilevanti quantità, tratti in arresto, hanno "collaborato" con la giustizia chiamando in correità altre persone o facendo rivelazioni su fatti oggetto di procedimenti più o meno noti e rilevanti e che, ottenuti benefici in ordine alla libertà personale e sconti di pena, nuovamente arrestati per nuovi crimini commessi, hanno di nuovo assunto il ruolo di "pentiti" e di "collaboratori", spesso accreditati dagli stessi magistrati che li avevano "gestiti" nel procedimento precedente.

Chiedono di conoscere se il Ministro intenda fornire ragguagli in ordine alla correttezza dei metodi relativi alla utilizzazione dei pentiti, alla osservanza delle leggi in caso di riconosciuta falsità delle loro dichiarazioni, alla chiarezza e alla legittimità dei benefici loro accordati, e quali iniziative intenda assumere al riguardo nell'ambito delle proprie competenze e ciò, soprattutto in presenza di casi clamorosi di ritrattazioni,

estorsioni, manipolazioni, emersi in numerosi processi.

Chiedono infine di conoscere se il Ministro sia informato di numerosi casi nei quali imputati di processi, rimasti nelle mani della polizia giudiziaria dopo l'arresto anche oltre i termini previsti dalla legge, hanno denunciato di aver subito torture, inflitte allo scopo di estorcere confessioni e che numerose sentenze, che hanno prosciolto anche con formula piena persone che in siffatte circostanze avevano confessato gravi reati, hanno di fatto dovuto prendere atto di questo vergognoso e barbaro abuso perpetrato non senza evidenti responsabilità, quanto meno "in omettendo", da parte anche di magistrati, i nomi di taluni dei quali ricorrono con sconcertante frequenza in episodi del genere.

Chiedono di conoscere quali iniziative intenda adottare il Ministro a fronte di tale situazione, che rischia di compromettere

il buon nome del nostro paese di fronte al mondo civile.

 
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