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Agora' Agora - 31 marzo 1989
DROGA-PSI: DA LORIS FORTUNA A MUCCIOLI.
di Gianfranco Spadaccia (vicepresidente Gruppo Federalista Europeo Ecologista del Senato)

Roma, 31 marzo - N.R. - "L'offerta di una candidatura nelle liste del Psi a Muccioli - offerta che era già stata fatta dal Movimento Sociale - è finora il punto più basso toccato dal PSI in questa folle rincorsa demagogica preelettorale che invece di produrre una efficace lotta alla droga e alla criminalità ha aperto una nuova stagione di caccia alle streghe contro i tossicodipendenti, cioè contro le vittime del proibizionismo e della criminalità.

Questa richiesta di candidatura è infatti da ogni punto di vista emblematica. La ricetta di Muccioli è infatti semplice. Le catene e le sbarre sono ricorrenti nelle sue sommarie teorie terapeutiche. Una volta nel campo dei diritti umani il PSI aveva come simbolo ed emblema Loris Fortuna. Oggi sceglie Muccioli.

Le attenzioni della stampa vanno tutte, o quasi, a questo demagogo della repressione terapeutica. Poca attenzione è stata dedicata alle ben diverse e ben più complesse e serie argomentazioni e testimonianze di Don Ciotti e di don Picchi, fondatori di comunità fra loro assai diverse per impostazione e metodo terapeutico, e che tuttavia, sono stati convergenti in due categoriche affermazioni: 1) le possibilità di recupero e risocializzazione dipendono da un rapporto di fiducia fra le comunità terapeutiche e il tossicodipendente, e dalla sua volontà di uscire dalla sua condizione di dipendenza; 2)nelle loro comunità sono stati assistiti esclusivamente dipendenti da eroina e comunque da droghe pesanti.

Se ne deve desumere da una che la peggiore conseguenza del prevalere della tesi della punibilità del consumatore, pervicacemente sostenuta da Muccioli e dal PSI sarà la messa in crisi del rapporto di fiducia, con la trasformazione della comunità terapeutica in una alternativa o, peggio, in un surrogato del carcere. Dall'altra si ha la clamorosa conferma, sulla base di testimonianze insospettabili perchè provenienti da persone che non sono favorevoli alla legalizzazione delle cosiddette droghe leggere, che è assolutamente assurdo mettere - anche nell'ambito di una politica fondata sul proibizionismo e sulla repressione - sullo stesso piano dell'eroina, altre sostanze e in particolare la mariujana e l'hashih".

 
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