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Agora' Agora - 6 aprile 1989
7 APRILE: NON C'E' NULLA DA FESTEGGIARE. IM QUEI GIORNI SONO NATI MAXIBLITZ E MAXIPROCESSI SUL MODELLO DELLE PURGHE MOSCOVITE DEGLI ANNI '30 CHE ANCORA OGGI SONO LA VIA MAESTRA PER FAR GIUSTIZIA NEL NOSTRO PAESE. CONFERENZA STAMPA DI EMILIO VESCE E MAURO MELLINI.

Roma, 6 aprile - N.R. - Il 7 aprile 1979 venivano arrestate 16 persone, tra le quali Toni Negri, Emilio Vesce, Luciano Ferrari Bravo, Oreste Scalzone, con l'imputazione di aver costituito una banda armata denominata Brigate Rosse.

Questo oggi Emilio Vesce e Mauro Mellini, deputati radicali, in occasione del decennale hanno tenuto una conferenza stampa per fare una riflessione su questa data, sui dieci anni iniziative politiche sui temi della giustizia e per chiedere agli ex-coinputati rifugiati in Francia quali sono i motivi che li spingono a festeggiare domani l'avvenimento.

"Il processo 7 aprile - ha detto Emilio Vesce, detenuto per 5 anni e mezzo in carcere preventivo, e poi assolto - ha introdotto in Italia le pratiche e i metodi dei processi anni 30 a Mosca.

Sono nati in quei giorni i maxiblitz ed i maxiprocessi.

Oggi vogliamo discostarci dai riti celebrativi dei giornali e dei sociologi, vogliamo sottolineare l'atteggiamento degli organi d'informazione stucchevolmente commemorativo e talvolta ipocrita che non favorisce una comprensione di quella vicenda e dei guasti che ha prodotto nella giustizia e nella politica.

Non abbiamo nulla da festeggiare - ha aggiunto Vesce - sono convinto che questo, per Negri e compagni, sia il modo per far ascoltare la propria voce. Noi decifriamo il loro messaggio.

Forse possono festeggiare essendo lontani dalla lotta quotidiana che in Italia stiamo continuando a portare avanti per una soluzione politica che veda anche il loro rientro in Italia senza passare per le galere".

"Un evento sciagurato" l'ha definito Mauro Mellini affrontando l'aspetto giudiziario del caso "7 aprile".

"Il Teorema Calogero, le retate, il prolificare delle imputazioni, i mandati di cattura a grappoli sono i cardini di un sistema che da allora si è andato sviluppando nel nostro paese.

Le responsabilità di tutto questo non sono solo di Calogero ma vi sono anche responsabilità legislative, giudiziarie, della stamapa ed anche di Sandro Pertini che mandò un telegramma di felicitazioni a Calogero: la più grossa gaffe dell'allora Presidente della Repubblica".

Il 7 aprile è stato un fallimento giudiziario ed una sciagura per i risultati nella lotta al terrorismo. Ci sono molti altri Calogeri che hanno assorbito questa cultura producendo una crisi nella nostra giustizia che è crisi istituzionale nei rapporti tra i poteri dello stato".

Solidarietà è stata espressa dal deputato missino Maceratini.

 
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