Roma, 10 aprile - N.R. - Il Ministro Amato ha interrotto il suo "diario" sull'Espresso perchè il settimanale ha aperto una discussione sulla legalizzazione delle droghe. Registriamo le scelte pubblicistiche del Ministro: negli ultimi tempi sono emerse ripetutamente sue opinioni con venature fortemente illiberali e clericali sui temi riguardanti questioni individuali (vedi, per esempio, sull'aborto) e diritti civili. La molla di queste posizioni riguardano evidentemente la persona Amato, forse l'intellettuale Amato e non il Ministro del Tesoro. Le ragioni profonde che muovono una persona, ancorchè molto distanti dalle nostre, non possono che essere rispettate. Quel che non si può accettare è che Amato qualifichi la lodevole iniziativa dell'Espresso sulla legalizzazione delle droghe (tra l'altro, per ora, solo di apertura di una discussione) come agli "antipodi" delle battaglie di impegno civile in altri tempi realizzate dal settimanale.

Questo giudizio è presuntuoso e non risponde alla verità. E' proprio in questo caso che il Ministro del tesoro dovrebbe ben conoscere come la legalizzazione delle droghe appartiene oggi al filone di ricerca intellettuale e scientifica prima ancora che politica che accomuna personaggi e correnti che in tutto il mondo sono in prima fila nell'impegno civile contro poteri, profitti e violenza. Ed allora il suo rifiuto suona più come come un pretesto che come una dichiarata incompatibilità.