PAJETTA SI DISSOCIA DALLA POSIZIONE FAVOREVOLE DEL SUO GRUPPO.Roma, 12 aprile - N.R. - La Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità una risoluzione presentata dal radicale Francesco Rutelli e sottoscritta dai rappresentanti di quasi tutti i gruppi, che impegna il governo italiano ad intervenire a tutela dei diritti umani del popolo del Tibet e per una soluzione pacifica della situazione tibetana.
Rutelli ha reso noto che in Commissione si è registrato un anacronistico intervento del deputato comunista Pajetta, che si è differenziato dalla posizione espressa dal suo gruppo con una difesa acritica della politica cinese in Tibet.
Ma la posizione di Pajetta (che proponeva un rinvio e una riscrittura del testo della Risoluzione) è stata alla fine respinta: la Commissione ha infatti votato la risoluzione per parti separate; ha respinto parte delle premesse che contenevano una ricostruzione critica degli eventi storici che hanno portato all'attuale grave situazione in Tibet, e che tuttavia era stata sottoscritta dai rappresentanti della DC, del PCI, del PSI, del PLI, del PSDI, dei Verdi, di DP e PRI, ed ha approvato all'unanimità la seconda parte della premessa ed il dispositivo, che impegna il governo italiano "ad intraprendere ogni azione possibile perchè cessino le violazioni dei diritti umani e le compromissioni dell'ambiente in Tibet e perchè attraverso il dialogo si pervenga al più presto ad una soluzione pacifica del problema tibetano, nel rispetto delle caratteristiche di necessaria autonomia dell'area e nella contestuale salvaguardia degli interessi di Pechino quanto alle esigenze della politica estera e di difesa della Repubbl
ica Popolare Cinese".
Rutelli al termine della discussione ha dichiarato:
"Noi non intendiamo aprire un conflitto, che sarebbe assurdo e sbagliato, con la Repubblica Popolare Cinese. Intendiamo affermare il diritto all'autonomia del popolo tibetano, martoriato e massacrato per decenni e prossimo a veder cancellata la propria identità storica, culturale e religiosa. Con l'atto di oggi la Camera dei Deputati getta un fascio di luce su una situazione dolorosissima e dimenticata, e soprattutto chiama il governo italiano ad inserire la pacifica risoluzione della questione tibetana "nel quadro delle relazioni politiche, economiche e di cooperazione bilaterale" italo-cinesi : vigileremo, fin dai prossimi giorni, perchè il governo italiano condizioni ad uno sviluppo finalmente positivo della situazione tibetana le sue - ci auguriamo - buone relazioni col Governo cinese."
Pubblichiamo il testo della risoluzione approvata:
"La situazione del Tibet minaccia di aggravarsi ulteriormente, mentre le autorità cinesi hanno ammesso recentemente di avere più volte ordinato di sparare sulle folle di manifestanti nell'antica capitale, Lhasa, e nei giorni scorsi a seguito di gravi incidenti si sono registrate centinaia di vittime tra la popolazione civile; in Tibet esiste una cultura maggioritaria pacifista e nonviolenta, ma non passiva, di tibetani che chiede con forza il diritto ad esistere e ad essere rispettata, ma che rischia di essere scavalcata da elementi estremisti in seguito alla assenza di sviluppi realmente positivi della situazione;
impegna il Governo
1-ad acquisire ogni informazione sulla attuale situazione in Tibet;
2-ad intraprendere ogni azione possibile perchè cessino le violazioni dei diritti umani e le compromissioni dell'ambiente in Tibet e perchè attraverso il dialogo si pervenga al più presto ad una soluzione pacifica del problema tibetano, nel rispetto delle caratteristiche di necessaria autonomia dell'area e nella contestuale salvaguardia degli interessi di Pechino quanto alle esigenze della politica estera e di difesa della Repubblica Popolare Cinese;
3-ad intervenire per risolvere tale delicatissima questione non solo nelle sedi internazionali competenti, ma anche nel quadro delle relazioni politiche, economiche e di cooperazione bilaterale tra l'Italia e la Repubblica Popolare Cinese".