Roma, 6 maggio - N.R. - Edo Ronchi e Francesco Rutelli, a nome dei "portavoce" Arcobaleno hanno inviato la seguente lettera al Coordinamento delle Liste Verdi.
Vi proponiamo di condurre una campagna elettorale unitaria, basata su un documento programmatico comune che individui i comuni obiettivi da presentare agli elettori e quindi da portare al Parlamento Europeo, uno scambio di candidati in tutte le 5 circoscrizioni per segnare il nostro forte intreccio e la nostra volontà unitaria, la conduzione di iniziative elettorali comuni durante la campagna elettorale. L'obiettivo di questa proposta è di portare di fronte all'elettorato non una spaccatura dei verdi, non due liste contrapposte, ma la possibilità di votare per una rappresentanza più ricca e complessa, con un probabile incremento totale degli eletti.
L'altro obiettivo è di far prevalere le ragioni dell'unità, già durante le elezioni, su quelle che hanno impedito un'unica lista.
I no pronunciati da 3 vostre assemblee di circoscrizione potevano essere superati solo dall'assemblea nazionale o dal altre assemblee di circoscrizione, per ragioni di democrazia, di efficacia non solo formale dei pronunciamenti e per correttezza reciproca: a Nord Ovest la bocciatura di tutti i candidati Arcobaleno e dell'accordo non è recuperabile senza un chiarimento con quell'assemblea, cioè con le liste locali; al Centro non ci può essere il chiarimento con quella maggioranza di liste che ha respinto l'accordo nel suo complesso e con il capolista votato da quell'assemblea che duramente e per iscritto si è dissociato da ogni possibile accordo con l'area verde-arcobaleno; al Sud il capolista non è quello sul quale avevamo indicato il nostro assenso, e questo ovviamente cambia la connotazione della lista.
L'impegno a costruire una comune rappresentanza istituzionale a tutti i livelli, compreso quello parlamentare nazionale, è sfumato in un generico richiamo alle "unità possibili".
Tutti questi fatti e le successive polemiche rischiano di approfondire divisioni e steccati; non abbiamo difficoltà a riconoscere anche le nostre inadeguatezze. Ora, però, chiediamo a tutti voi un segnale nuovo: una campagna elettorale comune che ponga basi solide anche per il processo unitario che con più forza deve riprendere dopo le elezioni.