di Gabriele PaciRoma, 29 maggio - N.R. - Ricomincia la stagione dei sondaggi preelettorali (o presunti tali), di quelli ufficiali e di quelli 'segreti' lasciati filtrare, dei boatos.
E siccome, naturalmente, l'asino lo si lega dove vuole il padrone,i sondaggi più che fonti di informazione sono tentativi di formazione.
Regole rigidissime disciplinano questa nobile arte in altri Paesi,sino alla determinazione di un 'periodo di rispetto' preelettorale nel quale non se ne possono rendere pubblici i dati. Anche da noi sarebbe comunque possibile,da subito,accordarsi su alcuni comportamenti minimi da rispettare,in attesa di una seria regolamentazione:.
1)Indicare il numero di interpellati.
2)Indicare la metodologia del sondaggio (telefonico,interviste personali...).
3)Indicare la durata e la esatta collocazione temporale della rilevazione.
4)Indicare se la rilevazione è avvenuta assieme ad altre e quali.
Regole ovvie, elementari, vien quasi da vergognarsi a chiederne il rispetto, ma visto che praticamente nessuno le osserva è opportuno farlo,sperando di non rimanere i soli.
Piccole cose,ma che possono servire a contenere l'elevatissimo tasso di imbarbarimento del nostro sistema politico.