Roma, 5 giugno - N. R. - Rispondendo a una lettrice che, in relazione alla morte della figlia tossicodipendente di Armando Crocicchio, elogiava il direttore del Giorno, Francesco Damato, ieri ha scritto fra l'altro che "Armando Crocicchio, inascoltato da tutti, preso in giro da esponenti più o meno autorevoli del partito radicale, ha inutilmente cercato di salvare la vita della figlia diciassettenne uccisa dalla droga. A questa vicenda il nostro giornale ha dedicato in prima pagina un commento di Marco Sassano che ai radicali, in particolare a Marco Taradash della lista antiproibizionista, non è piaciuto".
Marco Taradash risponde a Francesco Damato:
"Damato falsifica la realtà e produce nei suoi lettori una rappresentazione diffamatoria dei fatti. Nessun radicale ha mai preso in giro nessuno che stesse cercando di salvare la figlia dalla morte per droga, e l'accusa è talmente grottesca che soltanto un solido - e per altro recente - livore antiradicale può averla suscitata. Chiamo a testimoni tutti i giornalisti presenti al congresso radicale di Rimini, mi appello alla loro correttezza e obiettività di giudizio, al di là delle diverse opinioni politiche, perché dichiarino se è vero o no che le uniche reazioni degli esponenti radicali nei confronti di Crocicchio sono state di grande tolleranza nei confronti delle sue continue interruzioni del dibattito congressuale. Un atteggiamento che in qualsiasi altra sede - non escluso certamente il capannone dell'Ansaldo di Milano dove sono stati celebrati i piramidali trionfi del Psi e dove è stata consacrata la scelta di Francesco Damato alla direzione del Giorno - gli avrebbe procurato ben altre conseguenz
e. Su questo punto non intendo lasciare a Damato il diritto di trafficare liberamente in notizie avvelenate, e perciò ho chiesto all'Ordine dei giornalisti la costituzione di un giurì d'onore per ripristinare la verità".