Roma, 5 giugno - N. R. - Da giovedì 25 maggio Silvia Bizzarri è in sciopero della fame: ha chiesto un faccia a faccia con Craxi sul problema delle 'droghe' (vedi N. R. n. 108, 747, sabato 27 maggio) .
La Bizzarri non digiuna per pretendere l'incontro: pretende invece almeno una risposta, positiva o negativa che sia. Spiega a 'N. R. ':
"Dopo oltre settanta anni di quel proibizionismo che ha prodotto un problema che lacera seriamente ogni angolo di ogni regione del pianeta, mi rifiuto di pensare che il Segretario del Partito Socialista Italiano abbia irresponsabilmente assunto la grave posizione di inasprimento dell'approccio proibizionista solamente perché vuole raschiare i voti della disperazione e del disagio sociale oppure perché cerca di risolvere problemi di tale portata con soluzioni autoritarie e quindi rozze; altresì mi rifiuto di pensare che l'on. Bettino Craxi possa in qualche modo essere a sua insaputa mezzo di amplificazione di negativi interessi proibizionistici. Deve essere semplicemente male informato e ancora peggio consigliato, e allora dobbiamo ragionare insieme. Ragionare insieme con tutto l'amore, la sollecitudine e l'attenzione di cui si può essere capaci per costruire il benessere dei giovani di oggi e delle generazioni a venire: insomma veramente da NONNA A NONNO, perché penso di avere da dire qualcosa di di
verso da Muccioli o dalla strologa di Nancy Reagan". E sul perché del digiuno ha specificato: "Lo sciopero della fame non è di certo per pretendere l'incontro. Sarebbe improprio. Esso mira a sollecitare la risposta alla mia richiesta. SI oppure NO. Se mi incontra o no, e perché. Non ci vuole molto. Non mi sembra di esigere troppo o qualcosa di inverosimile. Non posso credere che in un paese di tradizione democratica da oltre un quarantennio, un ex Primo Ministro per giunta Segretario di un partito di tradizione libertaria e apparentemente distante da un modello autoritario, possa temere un confronto; non posso veramente credere che un uomo di stato del suo calibro non voglia affrontare una fra le più popolari tradizioni elettorali, per esempio tutt'ora vigente anche negli USA: l'incontro del potente con il cittadino, con l'elettore e questo sotto gli occhi di tutti".