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Notizie Radicali
Agora' Agora - 6 giugno 1989
ANTIPROIBIZIONISMO: DROGA, INFORMAZIONE E QUERELE.
RISPOSTA AL 'GIORNO', SOLLECITAZIONE DEL GIURI' D'ONORE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI, ALTRIMENTI QUERELE.

ANCHE SE HO IL SOSPETTO. . .

di MARCO TARADASH

capolista 'Antiproibizionisti sulla droga'

Valter Vecellio (" Ho sperato che Marco Sassano venisse querelato per aver detto il falso") e Francesco Damato ("Condivido pienamente le osservazioni di Vecellio") , ma non il medesimo Sassano, invocano iniziative giudiziarie contro il giornalista per il suo articolo, pubblicato sulla prima pagina de 'Il Giorno', in cui accusava i radicali, riuniti in congresso a Rimini, di indifferenza e, peggio, di sarcasmo e dileggio nei confronti della disperata battaglia condotta da Armando Crocicchio per strappare alla droga la figlia Paola, che sarebbe morta di overdose due settimane dopo il congresso di Rimini.

Invocano la querela come fosse giudizio di Dio eppure sanno - e Vecellio meglio degli altri - che la giustizia giusta non è roba di questa Italia. Comunque hanno ragione. Personalmente ritengo la querela non la prima, ma l'ultima arma cui ricorrere; perciò avevo preferito scrivere una lettera al 'Giorno', per smentire Sassano e denunciare le sue manipolazioni. La lettera è stata pubblicata, Damato ha replicato. Poteva finire lì. Ma evidentemente il direttore del 'Giorno' non si è sentito troppo sicuro delle sue ragioni se per ben due volte - domenica e oggi- ha voluto tornare sull'argomento per riproporre la tesi - smentita, denunciata, sbugiardata - di un'aggressione dei radicali nei confronti di un Crocicchio reo di amare troppo la figlia e di non condividere la campagna radicale per la legalizzazione della droga; la campagna che oggi conduce la Lista Antiproibizionista contro la diffusione dell'eroina, contro le morti per overdose, contro la moltiplicazione dell'Aids tra i tossicodipenden

ti, contro le centinaia di migliaia di aggressioni, furti, scippi e rapine legate alla droga proibita, contro lo strapotere narcomafioso. Ieri, dopo il commento domenicale di Damato, ho annunciato la formale richiesta all'Ordine dei Giornalisti di costituire un giurì d'onore per sapere subito - prima del 18 giugno - chiamando a testimoni i giornalisti presenti a Rimini, se abbiano ragione Sassano/Damato/Vecellio oppure noi e se non è piuttosto vero che verso Crocicchio, le sue continue interruzioni del dibattito congressuale, non vi è stata da parte degli esponenti radicali che si alternavano alla tribuna altro che una prova di grande tolleranza ed umanità, quale, sono convinto, nessun altro Congresso avrebbe dato.

Aspetto una risposta dall'Ordine dei Giornalisti, e anche dal senso dell'onore dei colleghi che seguivano il Congresso di Rimini.

Ma oggi, visto che le prove di disponibilità al dialogo ed alla moderazione non servono a nulla e che vengono scagliate grottesche sfide all'ultima querela, come se il giornalismo potesse trovare soltanto in un'aula di Tribunale una sua norma etica, annuncio che, se non mi arriverà dall'Ordine la notizia della costituzione del giurì d'onore in tempo utile per avere un verdetto prima del 18 giugno passerò, a nome della Lista Antiproibizionista, le carte agli avvocati. Anche perché mi è venuto il sospetto che quello strumento-la querela-venga invocato con tanta decisione, forse soltanto per esorcizzarlo.

 
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