Roma, 10 giugno - N. R. - Paolo Pietrosanti - direttore del giornale 'Notizie Radicali' e Consigliere Federale del Pr - ha oggi inviato la seguente lettera aperta al generale Domenico Corcione, capo di Stato Maggiore dell'esercito.
»Non La conosco, egregio generale; ma son certo delle sue capacità: altrimenti probabilmente non Le sarebbe stata affidata una responsabilità tanto gravosa e importante. Mi consenta allora di inviarLe alcune considerazioni a proposito delle sue prese di posizioni di ieri. Ella si è intrattenuto sui problemi che potrebbero derivare dal decremento demografico e sulla (conseguente?) probabile necessità di far entrare le donne nelle Forze armate.
Voglio dirLe in primo luogo che chi scrive è un "vieto" antimilitarista, uno cioè che non ha nulla personalmente contro i militari, ma che è convinto che il permanere in esistenza delle forze armate in una collettività renda impossibile la completa e compiuta esplicazione della democrazia. Ma questa è una premessa.
Voglio chiederLe: è davvero ragionevole occuparsi di far di conto sui fabbisogni di personale di uno strumento quale le FF. AA. senza prima occuparsi della politica cui quello strumento deve servire? Perché - Ella ne converrà - la politica della difesa di questo paese è quanto di più anacronistico possa immaginarsi, è antiquata, invecchiata, tesa a fronteggiare minacce che quasi non esistono più, mentre è totalmente inefficace rispetto alle vere grandi minacce alla sicurezza del nostro tempo: fame e totalitarismo. Ella dovrebbe al paese una risposta; Ella e i suoi colleghi militari - che personalmente ho sempre ritenuto più intelligenti dei pacifisti.
Eppoi la questione servizio militare femminile. Se proprio deve esistere un esercito, le donne hanno da esserci dentro, Signor generale; ma non in forma volontaria. Se il servizio militare è obbligatorio (con l'alternativa del servizio civile, s'intende) deve esserlo per tutti. Ella insegna che vi è un obbligo costituzionale di difesa della patria che agisce erga omnes, e che la legge impone ai soli cittadini maschi di assolvere a questo dovere con la naja. Ma è davvero incomprensibile, ora, questa discriminazione. Vi manca gente? Che il servizio militare sia finalmente obbligatorio per tutti i cittadini, che sono uguali.
Ma certo è che il servizio militare non serve a nulla perché è funzionale ad una politica di difesa totalmente anacronistica; come, quindi, non servono a nulla quelle proposte che - un po' per propaganda (Pci) , o un po' perché si è tonti (giovani Psi) - insistono vanamente sulla riduzione o su finte modifiche del servizio di leva: ancora lo strumento; lasciando intatta, perché vi si partecipa, la politica.