LETTERA APERTA A PECCHIOLI DEL RADICALE PIETROSANTI.Roma, 13 giugno - N. R. - In merito al disegno di legge di iniziativa comunista relativo al servizio di leva, ieri illustrato alla stampa dal Capogruppo Pci a Palazzo Madama, Paolo Pietrosanti - direttore del giornale 'Notizie Radicali' e consigliere federale del Pr - ha oggi inviato a Ugo Pecchioli la seguente lettera aperta
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Caro Pecchioli,
immagina che si raddoppino o si riducano della metà i macchinisti delle ferrovie senza nemmeno lontanamente ridiscutere la politica dei trasporti italiana; immagina che si raddoppino o si riducano della metà i ruoli del pubblico ministero, dei cancellieri e degli ausiliari senza nemmeno lontanamente intervenire sul diritto sostanziale e processuale vigente. Chiunque coprirebbe di ridicolo provvedimenti di tal fatta e chiederebbe a gran voce di rendere inoffensivi i loro autori.
Voi invece - menandone vanto - state proponendo da tempo la riduzione a sei mesi della durata della ferma di leva senza nemmeno lontanamente porvi il problema (così almeno sembra) della politica di difesa di questo paese. Insomma, vi occupate dello strumento, infischiandovi della politica cui quello strumento deve servire.
Devi convenirne: le forze armate sono lo strumento adibito alla attuazione, alla messa in pratica della politica di difesa di uno stato; voi vi limitate a dimezzare la durata della naja. Delle due l'una: o la politica di difesa vi va bene com'è (allora deve essere chiaro a tutti; ma magari con una proposta quale la vostra rischiate di non far altro che danno alla funzionalità dello strumento militare) , oppure non vi va bene (ma evitate accuratamente di occuparvene, limitandovi a sbandierare misure che hanno un senso soltanto in termini di propaganda spicciola) .
Caro Pecchioli, fammi capire. Anche a voler rimanere ancorati - come voi siete - all'ottica della difesa militare armata da minacce armate, il sistema difensivo nostrano fa acqua da tutte le parti. O no? Ma poi, sei davvero convinto che nel nostro tempo le minacce primarie alla sicurezza siano costituite dai carrarmati? o non credi che queste siano costituite dall'olocausto per fame e dal permanere in vita di decine e decine di regimi totalitari, folli, sanguinari? Di fronte a queste minacce ha senso occuparsi dello strumento senza toccare una politica di difesa stantia e anacronistica, o avrebbe senso e sarebbe urgente, invece, metter mano subito alle questioni strategiche, orientandole verso dispositivi non necessariamente militari ma necessariamente non più nazionali e "offensivi"i, in grado di fronteggiare, neutralizzandole, le minacce tragiche alla sicurezza che incombono e si concretizzano ogni giorno?
Giocare ai soldatini è troppo facile, caro Pecchioli; non basta. Dovrebbe invece aprirsi finalmente, intanto in questo paese, il grande dibattito sulla politica della difesa e della sicurezza. E voi potreste imporlo, se soltanto voleste. Volete farlo?.