TARADASH E DEL GATTO SPIEGANO. . .Roma, 13 giugno - N. R. - Questa mattina gli 'Antiproibizionisti sulla droga, contro la criminalità politica e comune', hanno tenuto una conferenza stampa davanti ai cancelli della RAI, in via Teulada, per annunciare le adesioni di rilievo alla loro campagna elettorale.
I capilista Marco Taradash e Gino Del Gatto hanno così spiegato le ragioni di questa singolare iniziativa:
"I telegiornali della Rai sono fino ad oggi riusciti nell'impresa da guinness dei primati di non comunicare ai telespettatori del sevizio pubblico neppure la notizia dell'esistenza di una lista antiproibizionista sulla droga, nonostante che la questione droga sia da mesi al centro del dibattito politico, nonostante che l'opinione pubblica sia sempre più consapevole dei guasti delle leggi proibizioniste, nonostante che ripetutamene, nel corso della campagna elettorale, il segretario del Psi, Bettino Craxi, abbia polemizzato duramente con gli antiproibizionisti.
Per la precisione politico-cronometrica il Tg1 ha annunciato la notizia della presentazione della lista una unica volta, nella sua edizione della notte, alle ore 1 e 13' am, per la durata di 17", mentre il Tg2 ha dedicato zero secondi virgola zero in tutte le sue edizioni e il Tg3 4" in una unica occasione.
Lo scandalo del servizio pubblico dunque continua, nonostante le promesse dei vertici della Rai e il sedicente impegno rinnovatore dei giornalisti Rai, abituati a strillare come aquile dalle colline di Fiesole e a frignare come conigli dalle stanze di via Teulada. La truffa mediatica della crisi di governo al ralentì che ha trasformato per settimane il palazzo più sacro della Repubblica, il Quirinale, nella sala di attesa di un bordello, con Bettina Craxi e Arnalda Forlani nelle vesti delle tenutarie (fino allo scatto d'orgoglio necessario sebbene tardivo del Presidente Cossiga) è quindi perfettamente riuscita, fino a questo momento, grazie alla complicità di quel fantasma istituzionale che è la Commissione parlamentare di vigilanza.
Chiederemo questa mattina ai direttori dei tre telegiornali, cui intendiamo anche consegnare personalmente alcuni doni, di restituire agli utenti del servizio pubblico, almeno in queste ultime ore di campagna elettorale, quel minimo di informazione che è l'alimento essenziale della democrazia, consapevoli però che la battaglia per una società più giusta, più libera, più sicura, e quindi liberata dalla scia di sangue, denaro e corruzione che la droga proibita porta con sé, si lega indissolubilmente alla battaglia contro la Rai e per un nuovo servizio pubblico radiotelevisivo completamente diverso.