(OVVERO DI DONNE E DIREZIONI) . di N. R.
Riteniamo più che legittimo licenziare chiunque se non lavora, se è incapace, se non è all'altezza. Anche i giornalisti, pur tutelati da contratti a prova di bomba.
Ma se un direttore chiama un proprio redattore politico e, dopo avergli riconosciuto impegno e capacità professionale, obietta che non può più scrivere di politica perché la sua linea è differente dalla nuova linea del giornale, se in pratica lo 'licenzia' per quello che scrive, allora è un caso di non poco rilievo.
E' un caso che al 'Giorno' sta facendo discutere, di cui è stato investito il Comitato di Redazione.
Ci spiace un simile comportamento da parte di chi in passato ha dimostrato equilibrio e comportamenti diversi: non vorremmo che, come certi seminaristi che scoprono a trent'anni l'esistenza delle donne l'ebbrezza della direzione desse alla testa (non sarebbe la prima volta) . E comunque si è forse ancora in tempo prima di rotolare rovinosamente su di una strada in inarrestabile pendenza.
P. S. : Non facciamo oggi commenti sulle reazioni al voto da parte di testate televisive e giornalistiche: questa storiellina (benché precedente all'esito elettorale) ci pare valga da commento ai vari comportamenti di ordinaria disinformazione.