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Agora' Agora - 24 giugno 1989
FEDERAZIONE LAICA
'GUARDARE INDIETRO NON HA SENSO: GUARDARE AVANTI, ANDARE AVANTI' SCRIVE SPADACCIA IN UN INTERVENTO CHE SARA' PUBBLICATO DOMANI DA 'IL GIORNO'.

ANALISI E PROSPETTIVE DEL PROCESSO DI FEDERAZIONE LAICA.

Roma, 24 giugno - N. R. - Il quotidiano "Il Giorno" pubblicherà domani il seguente articolo di Gianfranco Spadaccia: analisi e prospettive del processo di Federazione Laica.

Fra 'espulsioni' di Pannella, recriminazioni sulla sconfitta del 'Polo Laico', e grande furia di liquidare prima che possa nascere la Federazione Liberaldemocratica, quasi nessuno ha mostrato di accorgersi che quella sconfitta non è un fenomeno solo italiano ma europeo. La stessa sorte delle liste liberalrepubblicane è toccata in Gran Bretagna al nuovo partito socialiberaldemocratico che è sceso dall'1 al 6%, ai liberali olandesi e belgi, al Centro democratico spagnolo di Suarez, alle liste di Simon Veil in Francia, mentre nella Repubblica Federale il partito di Gensher che riesce di nuovo a superare il quorum del 5% e a mandare propri rappresentanti a Strasburgo, passa tuttavia in pochi anni da terzo a quinto partito dello schieramento politico superato non solo dai verdi ma anche dal nuovo partito repubblicano di estrema destra. Fa eccezione in questo quadro l'UDF di Giscard d'Estaing, che si avvantaggia della crisi gollista e della stasi socialista. Ma l'UDF assolve in Francia la funzione di

grande partito centrale e moderato.

Questo calo pressocchè generalizzato dei liberaldemocratici non può essere messo in relazione alla contemporanea avanzata delle liste verdi. Ed è difficile non riconoscere che il voto d'opinione liberaldemocratico è stata la prima vittima dell'ondata verde.

In Italia per la verità sia Giorgio La Malfa sia Renato Altissimo avevano avvertito per tempo questi pericoli, dimostrando di intuire ciò che era sfuggito ai commentatori dei mass-media che sono ormai troppo occupati ad occuparsi dei potenti per accorgersi di ciò che accade nella società civile. L'apertura ai radicali (e personalmente a Pannella) da una parte e dall'altra agli ambientalisti, derivava proprio da questa consapevolezza e dal tentativo di dare una risposta coraggiosa e creativa con una iniziativa che non era solo difensiva ma aveva in sé prospettive più ambiziose di riforma dello schieramento politico.

Oggi dopo la sconfitta può risultare più facile all'interno del PRI e del PLI ricercarne nel cosiddetto 'effetto Pannella' le cause. Ma è solo un tentativo un po' goffo di esorcizzarle. Intanto perché è inconfutabile che lì dove l'effetto Pannella ha avuto la possibilità di dispiegarsi, nel sud dove è stato candidato sia pure al secondo posto, la sua presenza ha prodotto un aumento e non una diminuzione di voti. E poi perché, se le aperture di La Malfa e Altissimo avevano un senso, era proprio nel cercare di rafforzare il 'laicismo istituzionale' di PRI e PLI con quello che la Voce Repubblicana oggi definisce in maniera dispregiativa 'movimentismo' ed è stata invece nell'arco ormai di un ventennio straordinaria capacità di lotta politica laica e riformatrice.

A me sembra che PRI e PLI, superando le prime comprensibili reazioni emotive, dovrebbero almeno prendere in esame l'ipotesi che il primo esperimento elettorale di questa convergenza politica abbia incontrato un insuccesso non perché si è fatto ma perché si è fatto tardi e male, con poco coraggio e poca determinazione, seminando per ogni dove dubbi politici e facendo liste che sembravano concepite non per sommare e magari moltiplicare ma per dividere e respingere una parte dei consensi elettorali che potevano riconoscersi in ciascuna delle tre componenti. Altro che effetto Pannella che allontanerebbe i voti moderati! Si leggano bene i risultati e ci si accorgerà che fin dall'84/85 PRI e PLI avevano cominciato ad estraniarsi il voto giovanile e ambientalista. Che vale allora lamentarsi di una 'disseminazione' radicale che si conosceva e che era coerente con le scelte compiute dal P. R. di trasformarsi in partito transpartitico e transnazionale? Ma anche se fosse stato possibile, nessun protezionismo d

al Partito Radicale avrebbe potuto garantire trasferimenti possono essere solo il prodotto di una forte iniziativa politica. Su questo fronte (che caso mai è stato favorito dal P. R. non penalizzato) , l'iniziativa politica, non certo per colpa di Pannella, è stata inadeguata o addirittura inesistente.

Guardare indietro non ha senso. E sarebbe suicida dare ascolto ai miopi consigli provenienti da certi interessati tutori del PRI. Oggi più che mai c'è bisogno di una forza liberaldemocratica consistente e autorevole, che comprenda e non espella il patrimonio politico radicale. A tanto maggiore ragione ce n'è bisogno se si ingrosserà ulteriormente l'ondata verde. A tanto maggior ragione è necessaria se si apriranno prospettive di alternativa politica. Bisogna dunque guardare avanti e andare avanti. "

 
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