Roma, 26 giugno - N. R. - E' partita oggi per una visita ufficiale in Bulgaria una delegazione della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, guidata dal Presidente Flaminio Piccoli. Della Delegazione fa parte anche Marco Pannella che ventuno anni fa, nel settembre del 1968, fu arrestato a Sofia, trattenuto per due giorni dalla polizia segreta, ed espulso per aver manifestato contro l'occupazione della Cecoslovacchia da parte dei carri armati del Patto di Varsavia.
Marco Pannella chiederà di poter visitare la prigione nella quale fu interrogato per più di ventiquattro ore, assieme a altri tre manifestanti radicali e nonviolenti, con i quali per 48 ore avevano clandestinamente diffuso migliaia di volantini in bulgaro, prima di farsi arrestare nel corso di una manifestazione "pubblica" nella piazza principale della città, svolta in contemporanea ad altre organizzate dal Partito Radicale nella stessa ora e nello stesso giorno, a Mosca, Varsavia, Budapest, Bucarest, Berlino Est e Praga.
L'arresto di Marco Pannella e dei suoi compagni fu allora molto pubblicizzato dalla radio e dalla televisione bulgara, che all'inizio avevano ritenuto si trattasse della "prova" che l'opera di destabilizzazione e di aggressione "atlantica" tentata contro la Cecoslovacchia, grazie al "traditore" Dubcek, stesse per effettuarsi anche in Bulgaria. Per un equivoco, il Partito Radicale venne accreditato di 700. 000 iscritti: i "settecento" denunciati nei volantini e negli interrogatori erano infatti stati ritenuti frutto di un errore di traduzione. Gli organi di stampa, per due o tre ragioni, avevano di già annunciato un processo rapido e severo, esemplare. Ma da Mosca si stabilì che occorreva invece liberarsi al più presto dei militanti nonviolenti radicali, che altrimenti sarebbero divenuti "patate bollenti". Sofia resistette più a lungo di tutte le altre capitali del Patto di Varsavia, ma alla fine, con malagrazia (Pannella ed i suoi amici vennero accompagnati nottetempo a due chilometri dalla f
rontiera e lasciati proseguire a piedi) , obbedì.
Nei volantini, diffusi in modo intenso per quasi due giorni, si invitavano i giovani bulgari a elevare "obiezione di coscienza", contro il Patto di Varsavia e in solidarietà con la Cecoslavacchia, sottolineando le contraddizioni fra la Costituzione bulgara e il regime, fra le aspirazioni teoriche del comunismo e la realtà del mondo sovietico.
Essendo andati smarriti quei testi, Marco Pannella chiederà alla cortesia delle autorità bulgare di poterne avere copia.