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Agora' Agora - 26 giugno 1989
LAICI: "CONTRO I CONSERVATORISMI INTERNI ED I VETI CRAXIANI OCCORRE COSTRUIRE LA GRANDE FEDERAZIONE DEMOCRATICA CUI RICONDURRE ANCHE MOVIMENTI AMBIENTALISTI E LIBERTARI": DICHIARAZIONE DI TEODORI.

Roma, 26 giugno - N. R. - Massimo Teodori, deputato radicale e membro del Comitato per la Federazione Laica, interviene sulle prospettive del progetto federativo.

Il Comitato per la Federazione Laica, con la significativa presenza di esponenti del PRI, del PLI e radicali e di personalità indipendenti, ha deciso ieri di andare avanti nel processo federativo secondo i tempi stabiliti e cioè entro tre mesi.

La sconfitta elettorale delle liste laiche ha alimentato, come previsto, un complesso movimento su diversi fronti per bloccare qualsiasi tentativo di dar vita nel nostro Paese ad una forza unitaria, democratica, laica e federalista, la cui mancanza ha pesato così drammaticamente nella storia della Repubblica. Molti sono di questi giorni i nemici del progetto federativo, a cominciare da quanti all'interno del PLI e del PRI difendono non le ragioni ideali e storiche dei loro partiti ma i meccanismi di gestione che consentono loro di partecipare con una quota di micropotere alla grande torta partitocratica e che vedono, quindi, ogni novità come un turbamento dei vecchi equilibri. Vi sono poi i potentati dell'establishment che considerano pericolosi i tentativi di rafforzamento e di autonomizzazione dei partiti laici (condannati ad essere 'minori') che renderebbero più problematica la docilità e l'utilizzazione esterna di tali strumenti politici. Infine è oggi rudemente attivo il craxismo con le sue

minacce di inclusione o esclusione governativa. Fino a quando PRI, PLI e PSDI operano separati possono essere giocati l'un contro l'altro e nei loro confronti può essere adottata la strategia del 'divide et impera'.

La sfida per i partiti laici è dunque tutta qui: se riusciranno a superare le resistenze conservatrici interne e gli ostacoli esterni, di cui le dichiarazioni ostili e tracotanti di Forlani, De Mita e Craxi durante la campagna elettorale erano un'avvisaglia, oppure se accetteranno la passività. Ma vi è un secondo aspetto cruciale ed è il modo in cui la Federazione prenderà forma. Non avrà alcun senso se essa sarà una giustapposizione degli organismi (impermeabili) del PRI e del PLI con un po' di pepe di Pannella e di altri radicali di buona volontà. Il nodo di fondo è di vedere se si metterà in moto un meccanismo che comprenda oltre ai partiti costituiti anche quei movimenti e quelle forze che, magari non organizzate, rappresentano l'espressione di nuovi diritti civili che necessitano traduzioni istituzionali come è compito del nuovo liberalismo. Di tal fatta mi pare che debba essere il contributo dei radicali impegnati in questa direzione: portare cioè un organismo nuovo - e penso alla Grande F

ederazione Democratica - le istanze, i movimenti e le battaglie ambientaliste e libertarie che devono essere ricondotte alla matrice laica e liberaldemocratica, pena una loro fuga per tangenti integraliste.

Il compito è certamente arduo, così come sarà non facile ristabilire quel dialogo tra mondo laico, democratico e liberale affrancato da egemonismi e logiche di potere: ma questo è l'unico progetto davvero alternativo per cui vale la pena di lavorare nel prossimo futuro.

 
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