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Agora' Agora - 27 giugno 1989
PENA DI MORTE
LA SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA DI WASHINGTON SULLA PENA DI MORTE AI MINORENNI: NOTA DI NON UCCIDERE. IL CASO PAULA COOPER.

Roma, 27 giugno - N. R. - Il Coordinamento Non Uccidere [la coalizione cui aderiscono oltre 100 organizzazioni italiane (partiti politici come grandi sindacati, associazioni di massa e non, religiose e laiche) e che ha raccolto milioni di firme per la vita di Paula Cooper e contro la pena di morte] ha oggi diffuso la seguente nota:

»I giudici supremi di Washington hanno dichiarato legittima la previsione della pena di morte per i minorenni e per i ritardati mentali, cioè per persone soggette ad altrui potestà che non vengono considerate sufficientemente mature per stipulare contratti, ma abbastanza per essere consapevoli della gravità di un gesto delittuoso. L'omicidio legale di un minorenne o di un ritardato non contrasterebbe con l'Ottavo Emendamento della Costituzione Usa, risalente al 1791, e che recita "Non si dovranno . . . infliggere pene crudeli e inusuali" -formula ripresa nella sua testualità da numerose convenzioni internazionali in materia di diritti umani-. E' davvero tragico che ciò avvenga nei giorni in cui generale è la esecrazione per le esecuzioni in Cina; tragico è che la sentenza di una Corte il cui compito è garantire la pienezza della democrazia costituisca una sostanziale legittimazione degli assassinii "legali" operati dai regimi più sanguinari.

I mezzi di informazione in queste ore evocano il caso di Paula Cooper, divenuto di risonanza mondiale soprattutto grazie all'impegno del nostro Coordinamento, a quello di milioni di cittadini non soltanto italiani che hanno partecipato alla campagna tesa alla salvezza della giovane di Gary e a dare un volto alla pena di morte. In proposito Non Uccidere -che in marzo ha consegnato al Palazzo di Vetro di New York le firme raccolte- intende precisare che il caso di Paula Cooper è coinvolto dalla sentenza di ieri soltanto in relazione alla affermazione generale della legittimità della previsione legislativa della pena capitale per i minori, che in qualche modo contrasta con la recente sentenza Thompson, sulla quale la difesa di Paula aveva fondato parte delle sue argomentazioni. Il caso Cooper è comunque attualmente all'esame della Corte Suprema dello Stato dell'Indiana, nei giudici della quale nutriamo le massime speranze.

E' grave che la tendenza si accentui proprio nell'anno della campagna contro la pena capitale promossa da Amnesty -cui Non Uccidere partecipa attivamente-, e mentre invece dovrebbe provvedersi a ratificare trattati internazionali di segno del tutto opposto. Come è grave che tale sentenza sembri associarsi alla colpevole gravissima inazione del mondo democratico nei confronti della tragedia e delle esecuzioni cinesi. Non Uccidere -CHE SI BATTE CONTRO LA PENA CAPITALE OVUNQUE E CONTRO CHIUNQUE SIA COMMINATA O ESEGUITA- esprime la operosa, attiva speranza che gli Stati Uniti sappiano correggere presto una delle più gravi contraddizioni di quella grande democrazia.

 
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