Roma, 4 luglio - N. R. - Si è tenuta oggi presso la sede della regione Lazio una conferenza stampa su caccia e calendario venatorio. Proposte ed il progetto 'Oasi'".
Sono intervenuti: Primo Mastrantoni, consigliere regionale Verde-Arcobaleno; rappresentanti della LIPU, WWF, Lega Ambiente, Comitato Italiano Protezione Rapaci.
Primo Mastrantoni ha così illustrato le proposte su caccia e calendario venatorio:
" Il Lazio è l'unica regione in Italia a non avere una legge sulla caccia, come previsto dalla legge nazionale 968 del 1977, che imponeva alle - regioni di dotarsi di uno strumento legislativo entro il 1978: ad undici anni di distanza non abbiamo quindi ancora una normativa regionale. Ed è per questo motivo che ogni anno il calendario venatorio, atto amministrativo, deve essere approvato con legge in Consiglio Regionale.
La proposta presentata dalla Giunta Regionale prevede un periodo di caccia dal 17 settembre al 28 febbraio. Tale periodo risulta del tutto antibiologico, come fatto notare anche dall'Istituto Nazionale di biologia della selvaggina, perché consente di abbattere i migratori transahariani che tornano in Europa dall'Africa, i riproduttori che si apprestano a nidificare, i piccoli ancora in fase di dipendenza biologica dagli adulti.
Nella logica della attività venatoria il periodo di caccia dovrebbe essere stabilito dal 1 ottobre al 31 dicembre. Ai cacciatori viene inoltre consentito di sparare a scelta 3 giorni su 5 alla settimana; considerato la mancanza di controlli e l'autocertificazione dei cacciatori, appare evidente che la caccia viene esercitata 5 giorni su 5; noi proponiamo 3 giorni fissi di caccia. Nella proposta della Giunta sono inoltre cacciabili specie proibite dalla direttiva CEE 409 del 1977 (Colino della Virginia, cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, passera mattugia, passero, storno, taccola) e non ancora recepita in Italia, ne chiediamo il recepimento congiuntamente al depennamento di alcune specie non cacciabili come la coturnice.
La pressione venatoria nel Lazio è fortissima ed è un peso insopportabile per una fauna già provata dall'aggressione industriale e agricola col suo inquinamento chimico, dai fenomeni concorrenti della cementificazione e dell'abbandono, da una densità antropica che ha pochi riscontri nel mondo.
La nostra proposta 'interna' all'esercizio venatorio razionalizza e regolamenta un prelievo ormai non più sostenibile".
Per quanto riguarda il progetto 'Oasi', l'iniziativa prevede la istituzione di 14 Oasi di protezione della fauna per un totale di 22. 367 ettari, ed è stata predisposta in collaborazione con il Comitato italiano per la Protezione dei Rapaci.
"E' ormai acquisito che gli animali sono indicatori biologici, ha dichiarato Mastrantoni, proteggere la fauna ed in particolare alcune specie significa ricondurre ad equilibrio naturale vaste aree della nostra Regione. Le zone indicate sono particolarmente pregiate dal punto di vista naturalistico e quindi indicate per la sosta e la riproduzione della fauna selvatica. Un bene ambientale è un bene diffuso che appartiene alla collettività, tutelarlo significa promuovere gli interessi dell'intera popolazione del Lazio. In questo senso va intesa la nostra proposta che cercheremo di far approvare dal Consiglio regionale. "