Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 16 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie Radicali
Agora' Agora - 6 luglio 1989
INTERROGAZIONE SUL CASO LIGUORI-MARINO: LO STRANO COMPORTAMENTO DEI MAGISTRATI, LA CREDIBILITA' DEI PENTITI, LA TUTELA DEGLI IMPUTATI.

Roma, 6 luglio - N. R. - I deputati radicali Emilio Vesce, Francesco Rutelli, Adelaide Aglietta, Adele Faccio, Mauro Mellini e Peppino Calderisi, hanno rivolto al Ministro di Grazia e Giustizia la seguente interrogazione:

Per sapere - premesso che:

- da quanto afferma l'avv. Agostino Viviani il Pubblico Ministero del caso Calabresi, dott. Pomarici, avrebbe interrogato più volte, nell'arco di sei giorni (dal 21 al 26 luglio '88) , il pentito Leonardo Marino nella caserma dei carabinieri di Via Moscova senza informare il giudice Lombardi, titolare da anni dell'inchiesta sulla morte del commissario Calabresi (il Manifesto 2 luglio '89) ;

- per quanto riguarda il giornalista Paolo Liguori, ex militante di Lotta Continua, accusato in un primo tempo dal Marino di essere colui che lo avvicinò nell'86 per proporgli delle rapine per un'organizzazione terroristica, sembra che i magistrati milanesi, visto che il loro testimone non riconosceva in foto il giornalista, si siano adoperati per far fare una registrazione in videocassetta dello stesso da mostrare al pentito Marino per il riconoscimento, cosa che lo stesso fece il 21 settembre '88;

- il 30 settembre i magistrati milanesi senza prendere loro alcuna decisione mandarono gli atti ai magistrati romani e finalmente il 20 gennaio '89, nel confronto diretto, il Marino non riconobbe il Liguori affermando "L'avevo già detto quando mi avevate mostrato le fotografie" (Il Sabato 8 luglio '89) ;

- nel rinvio a giudizio nei confronti degli accusati da Marino per il caso Calabresi sembra risaltare con evidenza come tutta l'accusa si basi sulla totale credibilità del pentito senza tenere in alcun conto i fatti circostanziati presentati dalla difesa per dimostrare l'infondatezza dei riscontri su cui si basano le accuse portate da Marino nei confronti degli ex militanti di Lotta Continua.

1. Se i fatti sopra descritti non siano la palese dimostrazione di una volontà precostituita da parte dei magistrati, in pieno stile emergenziale, di volere dare ad ogni costo credibilità al pentito di turno che invece ha dimostrato in più di un'occasione improvvise lacune o ripensamenti e che, sembrerebbe, nel caso di Liguori essere stato particolarmente aiutato ad effettuare il riconoscimento.

2. Se non ritenga, invece, che simili episodi dovrebbero essere caratterizzati da una serena capacità di giudizio da parte dei magistrati onde evitare, come troppo spesso è accaduto in passato, che innocenti siano costretti a subire, per le false accuse dei pentiti, anni di galera o ingiuste persecuzioni.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail