di N. R.
Il Capo dello Stato ha scelto il canale privilegiato del 'Corriere della Sera' per fare il punto su questa angosciosa crisi di governo. E ben angosciose sono le parole e le cose, lo scenario, che in questo modo Cossiga delinea o fa delineare.
"Siamo alla follia" (. . . ) le mille pressioni, le infinite sollecitazioni, i tentativi di interferire nella sua gestione dei 47 giorni della crisi di governo. (. . . ) Preoccupazione. Allarme. (. . . ) Cossiga ha dovuto subire le deformazioni delle sue dichiarazioni rilasciate ai familiari delle vittime di Ustica. (. . . ) Su Cossiga nei giorni della crisi sono state tentate pressioni fortissime. Molti uomini politici hanno cercato di tirare e di spingere il Capo dello Stato a prendere decisioni a loro favorevoli. (. . . ) Gli uomini del presidente hanno esaminato con toni gravi la situazione istituzionale. (. . . ) Qualcuno tra i consiglieri del Capo dello Stato azzarda paragoni pericolosi: "Questo è un momento delicato per gli equilibri italiani e il presidente difende l'ordinamento costituzionale da quelli che non si rendono conto che rischiamo un'avventura come nel "22. (. . . )
Intanto il presidente è sempre più solo con le decisioni da prendere.
Questo il quadro: basta e ce n'è d'avanzo per percepire fosche prospettive.
Ma la domanda vera è: Cossiga traccia, o fa comprendere, un quadro di istituzioni allo sbando o mostra l'immagine di un Capo dello Stato allo sbando, drammaticamente solo ed indeciso, impaniato nella spirale del 'vorrei ma non posso'?
Molte delle sue ultime mosse sembrano delineare un comportamento politicamente schizofrenico, denunce cui non fa seguito l'atto concreto di riappropriarsi in pieno delle proprie prerogative di Presidente della Repubblica. Le dichiarazioni di 'ambienti del Quirinale' sulla proposta di autoconvocazione, l'uso di canali giornalistici analogo (nella diversità) a certi 'interpreti autorizzati' di alcune fasi del periodo pertiniano. . .
Cossiga deve far sapere 'apertis verbis' quali conseguenze intende dare alle sue gravissime denunce: chè la cosa più grave sarebbe che le parole di oggi passassero come mai dette.
Nella partita a poker della crisi (è stato il giocatore Cossiga a definirla così qualche settimana fa) è ora che vada a vedere i punti in mano agli avversari. C'è chi bluffa pesantemente con la pretesa di ripetere il comportamento di Faruk che dichiarava poker senza farlo vedere ("parola di re") ; o forse è il momento che faccia alzare i bari dal tavolo: ci sono nuovi giocatori pronti a sedersi.