CALDERISI E VIGEVANO SPIEGANO I MOTIVI DELL'ADESIONE RADICALE AL PROGETTO.Roma, 11 luglio - N. R. - E' stato illustrato questa mattina il progetto di legge di riforma della disciplina radiofonica presentato da sinistra indipendente, comunisti, radicali, verdi arcobaleno, liste verdi, demoproletari.
Sono intervenuti Franco Bassanini (Sinistra Indipendente) , Peppino Calderisi (Pr) , Patrizia Arnaboldi (Dp) , tra i presentatori del progetto di legge e Vincenzo Vita, responsabile delle comunicazioni di massa del Pci; con loro Paolo Vigevano (editore Radio Radicale) , Piero De Chiara (editore di Italia Radio) e Giuseppe Caldarola (direttore di Italia Radio) .
Peppino Calderisi, presidente del Gruppo Federalista Europeo della Camera e Paolo Vigevano, tesoriere del Partito Radicale ed editore di Radio Radicale hanno così motivato l'adesione al progetto:
"L'emittenza radiofonica privata è il settore dell'informazione nel quale è forse ancora possibile realizzare una molteplicità di soggetti, di diversità di voci, sul piano politico, culturale e informativo che oggi non è più possibile assicurare né nel settore della carta stampata, né in quello televisivo.
I ritmi con cui procede il dibattito o meglio la trattativa sulla legge di regolamentazione del sistema televisivo e radiofonico generale è subordinata ad interessi di carattere esclusivamente privato, ai quali sono subordinati sia il ruolo di servizio pubblico, sia la tutela della molteplicità di soggetti che avrebbero potuto trovare attraverso questi mezzi un adeguato strumento di espressione.
La tutela della radiofonia, attraverso una normativa che ne assicuri le diversità oggi esistenti, è possibile solo con lo scorporo di questo dibattito da quello generale sul sistema radiotelevisivo.
Occorre frenare un'evoluzione "naturale", anche della radiofonia verso forme di concentrazione analoghe a quelle registrate nel settore televisivo. L'assenza di regolamentazione tecnica espone oggi i titolari delle emittenti radiofoniche ad una progressiva corsa al potenziamento degli impianti che determina la sistematica esclusione delle emittenti più deboli dal settore. L'assenza di una regolamentazione della pubblicità, in particolare per quanto concerne l'accesso alla pubblicità locale e nazionale favorisce le grosse concentrazioni in reti e circuiti che sottraggono risorse pubblicitarie alle emittenti più deboli. Infine le norme a sostegno delle emittenti di informazione introdotte con la legge per l'editoria, per la loro inadeguatezza e per la loro limitata applicabilità non sono sufficienti a garantire un'adeguato sviluppo dell'attività di informazione da parte degli operatori del settore.
La nostra adesione al progetto di legge che viene presentato è dettata soprattutto dall'esigenza di dare una soluzione a questi problemi che altrimenti non potrebbero essere nemmeno affrontati. "