Roma, 20 luglio - N. R. - Riproponiamo le dichiarazioni dei capigruppo Federalisti Europei del Senato e della Camera, Gianfranco Spadaccia e Peppino Calderisi, sulla polemica Staiti di Cuddia-Goria (già diffuse da N. R. nel pomeriggio di ieri) .
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GIANFRANCO SPADACCIA
Staiti di Cuddia ha fatto male a schiaffeggiare Goria perché chi ricorre alle mani ha sempre torto. Ciò non toglie che Goria aveva gravemente e ingiustificatamente offeso il deputato missino definendolo 'denigratore e diffamatore' o 'soggetto da clinica psichiatrica' e per di più non assumendosi la responsabilità della affermazione, ma attribuendola ad anonimi deputati missini. Se Goria si ritiene diffamato può benissimo querelarsi davanti al giudice. Il ricorso, invece, agli insulti e alle offese è solo un maldestro tentativo di far dimenticare che pende sul capo un rinvio a giudizio per concorso in gravi reati, praticamente certo senza l'immunità parlamentare.
Goria non solo non chiede di poter dimostrare la propria innocenza davanti al giudice, ma pretende di essere fatto ministro limitandosi a lamentarsi per il ritardo della Camera nell'esame della richiesta di autorizzazione a procedere avanzata nei suoi confronti dell'autorità giudiziaria.
PEPPINO CALDERISI
Staiti, benché duramente provocato da Goria (chiaramente mosso dall'intento di trovare un alibi per la sua situazione processuale) non ha certamente contribuito con i suoi schiaffi a porre la questione nei termini che l'interesse pubblico impone.
C'è solo da augurarsi che questi aspetti della polemica non valgono a distrarre l'attenzione dalla gravità della vicenda e dall'inammissibile ritardo con cui la Camera si sta comportando rispetto alla richiesta di autorizzazione a procedere.