LETTERA A 'IL GIORNO'.Roma, 21 luglio '89 - N. R. - Danilo Quinto, militante radicale, nei giorni scorsi attraverso una lettera al "Giorno" aveva sollevato il "caso Goria". Ha quindi inviato questa lettera (non ancora pubblicata) al direttore del quotidiano per rispondere all' intervento dell'ex Presidente del Consiglio apparso il 19 luglio su 'Il Giorno'.
"Vorrei rispondere alla lettera apparsa il 19 luglio sul Suo giornale, a firma dell'on. Goria.
Non so chi dei suoi colleghi di gruppo abbia qualificato l'on. Staiti "soggetto da clinica psichiatrica".
Io non credo affatto che egli lo sia.
Per quanto mi riguarda non sono stato "individuato" come militante radicale, ma mi sono così qualificato fin dal primo momento.
Ciò che mi sorprende è che l'on. Goria, assumendo l'atteggiamento del perseguitato, mostri di ignorare che esista nei suoi confronti, come nei confronti di altri 22 imputati (Proc. pen. n. 793/85 F R. G. G. I: Tribunale di Milano) , un procedimento penale in istruzione formale, di cui è titolare il g. i. Giorgio Della Lucia, e per il quale l'on. Goria ha ricevuto una comunicazione giudiziaria in data 24. 3. '89, in relazione alle seguenti ipotesi di reato: falso in bilancio, peculato aggravato continuato, bancarotta fraudolenta aggravata. Nei confronti dell'on. Goria il procedimento penale è sospeso in attesa dell'eventuale autorizzazione a procedere.
E' fuori discussione il principio costituzionale della presunzione d'innocenza. Per noi radicali vale per tutti. Lo abbiamo rivendicato per Tortora e migliaia come Tortora. Lo rivendichiamo anche per Goria.
Ma l'ex presidente del Consiglio si limita a lamentarsi del "ritardo" nell'esame dell'autorizzazione a procedere da parte della Camera. Innocenza e colpevolezza, però, non possono essere accertati dalla Camera, ma solo dal giudice naturale. Il Parlamento può, tutt'al più, impedire, facendo scattare l'immunità parlamentare, che Goria si presenti davanti al giudice. Goria si guarda bene dal dire se chiederà al Parlamento di concedergli l'autorizzazione a procedere.
Mi limiterò a ricordare che l'eurodeputato radicale Enzo Tortora, di fronte al Parlamento europeo che gli aveva negato l'autorizzazione a procedere, non esitò a dimettersi per affrontare la condanna che gli era stata inflitta in primo grado e il successivo processo d'appello.
Giovanni Goria, invece, pretende di essere fatto Ministro".