Roma, 26 luglio - N. R. - Conferenza stampa sull'assassinio di Abdolrahaman Ghassemlu, leader kurdo iraniano ed esponente di primo piano dell'opposizione al regime di Teheran, avvenuto giovedì di due settimane fa a Vienna. Da anni Ghassemlu era uno dei bersagli del regime iraniano perché incarnava la resistenza e l'orgoglio del suo popolo e delle sue legittime rivendicazioni autonomiste.
La conferenza stampa è stata tenuta da Rhamat Koshrowi, della Lega Internazionale per la Difesa dei Diritti Civili e Democratici in Iran, e dalla deputata radicale Adele Faccio.
'Notizie Radicali' riporta questa ricostruzione dei fatti, di cui gli autori si assumono piena responsabilità.
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Giovedì 13 luglio, nelle prime ore della notte, in un appartamento a Vienna vengono assassinati Ghassmlu (leader del P. D. K. I. , Partito Democratico del Kurdistan Iraniano) , il dott. Fazelpoor Rasul (intellettuale kurdo e docente universitario) e Abdollah Ghaderi rappresentante del PDKI a Parigi; Fazelpoor avrebbe svolto il ruolo di mediatore su richiesta di un alto esponente dell'Ambasciata di Teheran a Vienna, Ghassemlu e Ghaderi partono da Parigi senza informare il rappresentante del PDKI a Vienna dello scopo del loro viaggio per osservare la massima segretezza. L'abitazione in cui avviene l'incontro appartiene ad una austriaca amica del dott. Fazelpoor Rasul: in base alla dinamica dei fatti si presume che gli assassini conoscessero bene la casa del delitto; nell'attacco muoiono all'istante i tre summenzionati e resta gravemente ferita una quarta persona cioè il mediatore di Teheran, che sarebbe Mohammad Jadari Sahararudi. Si saprà poi che Sahararudi aveva avuto importanti incarichi
nel corpo di pasdaran ed è vicino a Rafsanjiani. Alle ore 19 di martedì 14 luglio la polizia austriaca arresta due iraniani in relazione al delitto: insieme ad una terza persona si sarebbero introdotti nell'appartamento per compiere il delitto. Ma qualcuno dall'interno deve aver aperto la porta blindata, si presume sia lo stesso mediatore di Teheran, che resta poi gravemente ferito; gli assassini sparano con due mitragliatrici MP che successivamente abbandonano a due chilometri dal luogo del delitto; i due fermati, poi liberati e di nuovo ricercati, sono Mansour Boszornia agente di polizia segreta e Hagi Mostafa. L'ambasciata di Teheran a Vienna rifiuta il loro interrogatorio che in un primo tempo aveva autorizzato.
I due iraniani arrestati avevano con sé il biglietto aereo per Teheran prenotato per il giorno 15. Una terza persona arrestata aveva con sé 9. 000 dollari ed era tornato sul luogo del delitto.
Un esponente del PDKI a Parigi ha dichiarato due giorni fa che Ghassemlu era andato a Vienna per firmare l'accordo con il rappresentante di Teheran. I sicari apparterrebbero alla cosiddetta alla sinistra del regime, cioè il Ministro dell'Interno Mohtashemi e il figlio di Khomeini, Ahmad.
Una seconda ipotesi intanto si è fatta strada: i mandanti apparterrebbero alla stessa area politica di Rafsanjiani che di fronte ad un insuccesso delle trattative avrebbero dato ordine agli stessi negoziatori di eliminare Ghassemlu. Ecco perché lo stesso negoziatore avrebbe aperto la porta dell'appartamento agli assassini.
Questa tesi è sostenuta anche dall'ex presidente iraniano, Bani Sadr, che ha telefonicamente dichiarato da Parigi:
"L'eliminazione fisica degli avversari politici del regime di Teheran all'estero è ormai un fatto. Un anno fa fu assassinato sempre a Vienna il leader della formazione Tufan, Chitgar, e quindi il colonnello Boyer Amahdi ad Abu Dabi, entrambi durante un colloquio con gli esponenti del regime. Venne assassinato anche il dott. Sami, leader della formazione Giama ed ex ministro del governo di Bazargan. Ghassemlu era convinto che per il problema del Kurdistan occorresse una soluzione politica e almeno da un anno lavorava in questo senso. Ma i fautori dell'Irangate, Rafsanjiani, Khamenei e Ahmad Khomeini non sono stati capaci di lavorare per una soluzione pacifica. In base alle ultime dichiarazioni del dott. Said, sembrerebbe che il negoziato abbia avuto qualche successo: se così stanno le cose i mandanti vanno ricercati nel clan di Ahmad Khomeini e del ministro degli Interni Mohtashemi entrambi rivali di Rafsanjiani. Sembra che sia in corso una epurazione nei ranghi dell'esercito e dei pasdar
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