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Agora' Agora - 2 agosto 1989
PENA DI MORTE: LA CAMERA VOTA SULLA PENA DI MORTE. " NO ALL' ERGASTOLO, NO ALLA PENA DI MORTE DEL CODICE DI GUERRA ITALIANO". LE MOZIONI DI RUTELLI E LA VALLE.

Roma, 2 agosto -N.R.- La Camera termina oggi col voto il dibattito sulla pena di morte. Pubblichiamo le mozioni presentate da Rutelli (sottoscritta da deputati dei due gruppi Verdi e da Federalisti Europei) e da Raniero La Valle (sottoscritta da comunisti, democristiani, socialisti, Verdi e Verdi Arcobaleno, Federalisti Europei,liberali, Sinistra Indipendente, autonomisti). ****************************

considerato che:

solo a partire dal riconoscimento del diritto alla vita ed ad una vita umana per ogni persona, ovunque e comunque, come diritto radicale, a fondamento di ogni altro, possono essere arrestate le dinamiche di imbarbarimento e di autodistruzione incombenti sul mondo;

questo diritto primario è tutelato dagli articoli 2 e 27 della nostra Carta costituzionale, dall'articolo 3 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dall'articolo 6 del patto internazionale sui diritti civili e politici;

nessuno può essere sottoposto a tortura, nè a pene o trattamenti inumani o degradanti, come prescritto dagli articoli 13 (comma 4) e 27 (comma 3) della nostra Carta costituzionale, dall'articolo 5 della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dagli articoli 7 e 10 del patto internazionale sui diritti e politici;

nel 1985 è entrato in vigore il VI protocollo della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, primo accordo internazionale che prevede l'abolizione della pena di morte per reati commessi in tempo di pace;

la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite n.32/61 dell'8 dicembre 1977 sulla pena capitale ha ribadito che "obiettivo principale da perseguirsi, in materia di pena capitale, è la progressiva restrizione della categoria dei reati per i quali si irroga la pena di morte, essendo l'intento rivolto all'abolizione generale di questa forma di punizione";

nonostante le numerose disposizioni del diritto internazionale in materia di pena di morte e nonostante che ricorra questo anno il quarantesimo anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il movimento di Amnesty International ha denunciato che cento Stati nel mondo mantengono e applicano la pena di morte;

Amnesty International ha documentato inoltre che:

dal 1979 ad oggi 15.320 esecuzioni sono avvenute in novanta Stati, ma stime ufficiose arrivano a parlare di 40 mila persone giustiziate dal 1979 ad oggi;

in molti Stati la pena di morte è usata per eliminare avversari politici ed è applicata prevalentemente nei confronti dei poveri e delle minoranze razziali o etniche;

le motivazioni con cui la maggior parte dei governi giustifica il ricorso alla pena capitale, cioè come un deterrente per scoraggiare azioni criminali e proteggere la società, sono state smentite clamorosamente da due rapporti dell'ONU, uno pubblicato nel 1962 e l'altro del 1988, redatto per conto della commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione e il controllo della criminalità, in cui si conclude che "l'intero insieme di fatti esaminati non fornisce alcun sostegno alla teoria della deterrenza";

quanto riscontrato da due rapporti ONU non fa che confermare l'antico ma sempre attualissimo principio del Beccaria secondo il quale il miglior deterrente contro la commissione di reati è la certezza della pena e non l'entità della stessa;

la pena di morte è irreversibile e non consente di poter riparare a eventuali errori giudiziari;

in Italia la pena di morte è prevista nell'ordinamento italiano per reati punibili dal codice militare di guerra;anche la pena dell'ergastolo prevista dal nostro codice penale è in contrasto con l'articolo 27 della nostra Carta Costituzionale, che recita testualmente:

"le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato";

impegna il Governo:

a presentare disegni di legge che prevedano la cancellazione totale dal nostro ordinamento sia della pena di morte, sia dell'ergastolo;

a promuovere un'azione efficace contro la pena di morte nei confronti di tutti gli Stati che la praticano e perchè si affermi nel diritto internazionale che lo Stato e ogni forma di organizzazione sociale, nell'uso legittimo della forza al fine di garantire l'ordine pubblico, debbono ispirarsi al valore primario del rispetto della vita umana, abolendo ogni forma di tortura ed escludendo l'uso della violenza.

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La Camera

considerato il ricorso sempre più indiscriminato alla pena di morte sancito e praticato in diversi paesi, spesso anche per delitti politici e al fine di reprimere il dissenso politico, come hanno dimostrato da ultimo le esecuzioni capitali effettuate in Cina;

considerato il significato che la natura delle pene conferisce all'intero sistema giudiziario e penale;

consapevole del ruolo centrale che una riconsiderazione del tema della pena di morte può avere nella ideazione e costruzione di un ordine politico e giuridico non fondato sulla violenza e su una concezione illimitata del potere;

impegna il Governo:

a prender urgentemente l'iniziativa di proporre a tutti gli Stati che nella loro legislazione contemplano la pena di morte di stabilire, ciascuno unilateralmente, una moratoria di tre anni nella esecuzione di tutte le sentenze di morte, che siano state già irrogate o che lo siano nel periodo indicato;

a promuovere, nello stesso tempo, con il patrocinio dell'ONU, una conferenza internazionale da tenersi entro due anni, a cui siano invitati a partecipare tutti gli Stati che contemplano la pena di morte nella loro legislazione, ed altre parti interessate, per prendere in esame l'intera questione, discutere la compatibilità della pena capitale con gli sforzi in cui oggi è impegnata la comunità internazionale per la costruzione di un mondo e di un ordinamento pacifico e nonviolento, e se possibile arrivare a determinazioni comuni.

 
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