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Agora' Agora - 8 agosto 1989
CASO VERDIGLIONE: BERNARD HENRI LEVY, MAREK HALTER, FERNARDO ARRABAL, ALBERTO MORAVIA, CARMINE BENINCASA, FILIPPO FIANDROTTI E MARCO PANNELLA: L'INFLUENZA COME REATO E LA SUPERSTIZIONE DEI GIUDICI

Roma, 8 agosto - Nr - Alla conferenza sul caso Verdiglione, che si é tenuta come annunciato all'Hotel Nazionale, ha partecipato gran parte dell'intellighentia francese e del mondo intellettuale che é cresciuto intorno ed insieme alla figura complessa e controversa di Verdiglione. Marco Pannella, che si é recato a trovarlo ieri nel carcere di San Vittore dove versa in gravi condizioni di salute, ad una domanda dei giornalisti che chiedevano di cosa avessero parlato, ha risposto che Verdiglione teme, sopra ogni altra cosa, che la pietà verso il suo stato di salute copra il caso giudiziario che deve, invece, rimanere in primo piano.

Ed é di questa impossibile giustizia, o di questa ingiustizia praticata, che hanno parlato tutti i presenti alla conferenza a partire dalle differenti esperienze culturali e personali. Bernard Henri Levy, che ha partecipato alla conferenza per l'indignazione insopportabile che solleva in lui l'accusa rivolta contro Verdiglione, e che chiede che si intervenga contro una legge mussoliniana; Fernardo Arrabal che chiede alla giustizia italiana di concertarsi per non ripetere il dramma della Tosca, dove tutti muoiono per mancanza di verità; Marek Halter che conosce, da ebreo, gli stermini praticati contro chi esercita una "influenza" in nome della guerra alla stregoneria; Carmine Benincasa che giudica venuto il tempo in cui la profezia si é avverata e il profeta é in carcere, e dunque, é tempo di azione; e Alberto Moravia, che non era presente ma ha inviato un messaggio nel quale giudica gli accusatori di Verdiglione, non incapaci come si dicono al processo, bensì capaci di tutto. Infine, sono intervenuti i poli

tici. Il socialista Filippo Fiandrotti, invitato da Marco Pannella, ha premesso che i cattivi rapporti fra il partito radicale e il suo partito non possono escludere l'impegno comune sui diritti umani. Fiandrotti non vuole giudicare i giudici ma ritiene lecito che essi dubitino di se stessi di fronte ad un processo così compleso come quello che riguarda Verdiglione. Marco Pannella, riprendendo il concetto espresso da Marek Halter sullo scandalo della "influenza" ha detto che, in una certa cattiva lettura del Diritto, essa diviene reato perché incontra la superstizione di chi la giudica. Come nel caso Braibanti, come nel caso 7 aprile e nel caso Tortora, e nonostante si sia occupato di quei casi un anno e mezzo dopo il loro esplodere, Pannella teme che, ancora una volta, sarà costretto a "dire giustizia" prima della Cassazione e dell'opera del legislatore .

 
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