Roma, 11 agosto -N.R.- Il deputato radicale Mauro Mellini interivene sulle 'vicende di giustizia' palermitane ( e romane).
Pace fatta tra Falcone e Sica. Il caso è chiuso? Dovremmo stare più tranquilli? Si saranno accordati anche sull'identità da attribuire al sempre più improbabile ed inquietante corvo?
Se certi fatti sono accaduti a Palermo e dintorni ciò che preoccupa non è certo l'eventualità che i protagonisti vengano alle mani e turbino l'ordine pubblico. Che si ricorra a certi metodi, che si sfoderino certe accuse, che volino certi colpi gobbi, sono fatti tanto più allarmanti se i protagonisti sono d'accordo. Quel che terrorizza le persone per bene non è che da certi scontri abbia a soffrire la "lotta" contro la mafia e quant'altro è connesso a siffatti signori, ma che metodi del genere facciano parte della cultura di chi ci dovrebbe dare giustizia e sicurezza.
Che si combatta a colpi di anonimi, che le promozioni e le attribuzioni di funzioni delicatissime siano il guiderdone di certi attentati da spettacolo, che il protagonismo prevalga su tutto e su tutti, per non dire altro, è cosa che non si cancella con il più o meno storico incontro della Cannaccia. Il cittadino sa oggi, anche se lo aveva già capito, che si vive appesi al capriccio di un anonimo e che per il cittadino comune quanto comincia con la mascalzonata di un corvo non si chiude con una cena alla Cannaccia.
Pace fatta, dunque. Non certo con la legge, la legalità e il decoro delle istituzioni, con il rispetto delle garanzie istituzionali. Se questo basta perchè Andreotti, Vassalli, la classe politica, possano ritenersi in pace con le loro coscienze, bisogna cominciare a diffidare anche della pace.