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Agora' Agora - 11 agosto 1989
VERDI IN ITALIA: LA PROSPETTIVA DELL'UNITA' DELLE DUE LISTE VERDI, I PROBLEMI ANCORA APERTI, LA NECESSITA' DI "METTERE ALLA PROVA" IL MONDO ECOLOGISTA. RUTELLI SUL "SOLE 24 ORE".

Roma, 11 agosto - N.R.- Francesco Rutelli interviene con questo articolo nel dibattito aperto su "Il Sole 24 ore" a proposito dei Verdi in Italia. l'articolo sarà pubblicato domani dal quotidiano economico (preghiera di citare).

Sul "Sole 24 Ore" si sono accavallati, nel periodo successivo alle elezioni europee, articoli, commenti e prese di posizione sul "fenomeno verde". Forse, vale la pena tornarci su dopo la formazione del governo, e prima di una ripresa politica che prevede avvenimenti rilevanti per il mondo ambientalista.

Abbiamo registrato da queste pagine la consueta varietà di accenti e giudizi sui rischi di "catastrofismo" e massimalismo velleitario - se non, talvolta, persino luddista - che caratterizzerebbe certa cultura ecologista, ma in questo caso esse sono state associate (o giustapposte) ad analisi molto più attente ed accurate.

Dopo il successo del 18 giugno (e l'indubbia crescita di consapevolezza che dà spessore sociale e civile a quell'affermazione elettorale) con i "Verdi in politica" si dovrà realmente fare il conti? oggi è più probabile di ieri, ma una risposta positiva dipenderà da una serie di fattori.

In particolare, dal compimento dell'unità in un solo soggetto politico delle due liste verdi (auspicabilmente, con la convergenza di altre forze ed energie ambientaliste, civiche e democratiche).

Nel giro di pochi mesi questo risultato sarà conseguito oppure fallito: lo sapremo dall'assetto delle elezioni romane; dalle risposte delle assemblee nazionali del Sole che Ride e dell'Arcobaleno; dall'andamento della necessaria "costituente" in cui concepire una forma statutaria ed organizzativa nuova, e diversa dai tentativi (significativi, ma spesso infelici) che si sono compiuti in questi anni; dall'unificazione a livello parlamentare e consiliare locale; dall'ingresso unitario o frammentato nella competizione amministrativa della prossima primavera.

Anche se i nodi non sono ancora sciolti, mi sembra di cogliere tra le diverse anime del mondo ecologista una consistente propensione favorevole all'unità. Occorre che essa percorra i canali di discussione e confronto diffuso che caratterizzano l'"Arcipelago verde". Ma come guarderanno a questa possibile unione l'elettorato, le altre forze politiche, le forze imprenditoriali?

Io credo che il giudizio degli elettori sarebbe positivo, perchè ci si troverebbe davanti ad un'intesa tra soggetti affini, capace di interpretare in modo coerente una richiesta di semplificazione del quadro politico che sicuramente è diffusa, ma che si è troppe volte incagliata di fronte a processi di segno autoritario - egemonico, oppure creati artificialmente e quindi privi di un reale consenso.

Tra le forze politiche e sociali, avremo molti spettatori interessati ( e magari qualcuno avrà anche la tentazione di salire in scena per cambiare il finale della rappresentazione). Ma, senza dimenticare la genuina caratteristica di organismi che mal sopportano influenze esterne, io ritengo che anche i più motivati avversari attuali dell'opzione verde troverebbero questa volta delle buone ragioni nella nascita di un interlocutore ecologista unitario. Non solo per motivi di moralità politica (l'accendersi di una frammentazione nella rappresentanza verde determinerebbe rapidamente riflessi di tipo trasformistico, nella realtà nazionale come in quelle locali); ma perchè l'opzione verde costituisce una carta difficilmente rimpiazzabile se si guarda ad uno scenario credibile di chiarificazione e riforma del nostro sistema politico. tica estera: chi oggi volesse ignorarlo, non sarebbe più realisticamente in grado di farlo.

E poi, non si può pensare di disperdere la speranza di quegli oltre due milioni di cittadini che hanno votato verde, nè si può fornire soltanto uno sbocco di indignazione e protesta a quelle grandi componenti di opinione pubblica che vedano nella difesa dell'ambiente una priorità cui associare un'assunzione di responsabilità. Il voto verde in Italia certamente ha anche il preciso connotato della richiesta di rinnovamento della politica; non è dunque affatto contradditorio che sotto questa bandiera (che punta a confronti concreti sui contenuti di riforma ecologista, ma anche a suscitare soluzioni politiche nuove in grado di attuarli) si ritrovino persone che hanno esperienze anche assai diverse, se ciò avviene - come sta avvenendo - da parte di un "personale politico" appassionato ed onesto ed entro un quadro programmatico ben visibile e ben chiaro.

Ecco le buone ragioni per cui anche gli scettici - e gli eventuali avversari - potranno apprezzare la nascita di un unico soggetto politico verde: in questo modo, sarà possibile mettere alla prova i verdi italiani, verificarne le capacità ed i contributi nelle città, nella presenza politica diffusa, a livello nazionale ed anche sulle principali sfide contemporanee transnazionali ( che attendono adeguati strumenti di governo internazionale e sovranazionale). Probabilmente verrà, tra non molto, il tempo in cui al soggetto politico verde si dovranno porre domande - pretendendo delle risposte che esso è già oggi potenzialmente in grado di dare - e non solo di rivolgere delle prediche, affettuose o velenose che siano.

 
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